È nella convinzione di molti studiosi che la corona di fronde o di metallo sia stata una delle prime ricompense tanto militari che civili; ma in questa affermazione vi sono molti punti da chiarire. Generalmente si è indotti a credere quanto sopra per il fatto che anche nelle più antiche tombe egizie od etrusche sono state trovate corone; ciò però non può costituire sicuro elemento di giudizio per poco che si pensi ad un antichissimo costume orientale, a quello cioè di adornarsi il capo con fiori od erbe nelle manifestazioni di gioia e di letizia; del resto, questo costume, ebbe fortuna e si mantenne fino alla decadenza dell’Impero romano. Oltre a ciò la corona ebbe una infinità di significati e vedremo in seguito come l’uso delle corone pervenne alla civiltà greca in tempi non troppo remoti.
EGITTO
Tra i più antichi popoli civili, il primo che meriti effettivamente tale appellativo è l’egiziano. In alcuni grandi ipogei dei Faraoni si trovano corone, ma non sappiamo a quale scopo servissero, anche perché non troviamo quasi mai tali simboli nelle rappresentazioni degli scultori. Ma è ormai assodato in base a documenti[1], che, circa quindici secoli prima di Cristo, esistevano nell’Egitto vere e proprie onorificenze così come noi oggi le abbiamo. Troviamo infatti in un’incisione, il famoso Faraone Amenofi IV, della XVIII dinastia, il quale in omaggio alla religione da lui riformata si fece mutare il nome in quello di Khounaton o Chuenaten o Ikhnaton, rappresentato nell’atto di consegnare, presente la moglie e tutta la famiglia, le insegne « dell’oro » al sacerdote Ai, che gli succcederà sul trono e sarà il predecessore di quel Toutonkhamon o Toutankamen tanto noto ai nostri giorni per la recente scoperta dell sua tomba. L’onorificenza venne data ad Ai perchè aveva, in ossequio alla riforma sovrana, abiurato l’antica religione.
Le insegne poi erano costituite, a quanto appare dal rilievo, da un largo collare, che naturalmente doveva esser d’oro, della forma press’a poco dei bavaglioli de’ bambini. Così pure incisioni nella tomba del gran sacerdote Merire, vissuto sotto lo stesso Re, ci dicono che egli era stato fregiato dello stesso distintivo dal tesoriere del Faraone.
Se, dunque, esistevano allora tali onorificenze si è indotti credere che potessero servire anche come ricompensa per i valorosi; infatti anche ai nostri giorni vi sono in alcune nazioni ordini cavallereschi assegnati tanto a personalità civili e ad insigni luminari distintisi in particolari attività, quanto a militari distintisi in fatti d’arme. Ed è anche molto probabile che allora vigesse l’uso, veramente antichissimo, delle promozioni per merito o quello della concessione di alte cariche così come lo rileviamo dalla Bibbia, dove si narra come l’eletto Giuseppe, figlio del patriarca Giacobbe, avendo spiegato il sogno del Faraone, prevedendo così i sette anni di carestia, ottenesse da questi la nomina di ministro.
Ciò avveniva prima del 18° secolo a. C..
POPOLI DELL’ ASIA MINORE
Un altro oggetto che oltre ad avere il carattere di ricompensa ebbe anche altri usi, così come la medaglia li ha ai nostri giorni, è la collana. Vedremo in seguito il suo significato presso i Romani, ma per ora ricerchiamone l’origine.
Alcuni studiosi affermano che collane sono state rinvenute in alcune tombe scoperte nell’est dell’Europa, e risalenti alcune all’età del bronzo e perciò di un’epoca molto anteriore al decimo secolo a. C.. Però, dato l’uso abituale di questi monili (i quali in certi casi appaiono veri e propri distintivi) presso gli Assiri, i Medi e i Persiani, si crede ch’essi provengano di sicuro dall’Oriente. Infatti, nei numerosi bassorilievi ed anche in alcuni dipinti rimastici di questi antichi popoli, notiamo che la collana ha gran parte nell’abbigliamento e che i personaggi più distinti, i quali appaiono tali o dal portamento o per le iscrizioni che ce li indicano, portano collari più finemente lavorati e naturalmente più preziosi. Dalla mancanza di questo monile in figure di schiavi o di gente di bassa condizione deduciamo che il portarlo doveva essere ambìto segno d’onore, cosa del resto attestata dal profeta ebraico Daniele nei suoi scritti. Anche tra gl’Israeliti troviamo l’uso della collana.
ETRUSCHI
La più antica delle civiltà italiche, quella degli Etruschi, ci offre prove non dubbie dell’esistenza presso quei popoli di segni onorifici e di ricompense. La nostra ricerca viene molto facilitata nei riguardi di questo popolo dal fatto che esso lasciò in eredità a Roma, che li assimilò, i suoi usi e costumi.
La fastosissima pompa del trionfo romano conservò anche nel cerimoniale latino riflessi e attributi etruschi. Ad esempio, era di prammatica, per i trionfatori, il portare l’aurea bulla (grosso ciondolo d’oro ricadente sul petto), cui la superstizione attribuiva il potere di proteggere i portatori da disgrazia, ed era, a quanto pare, ornamento proprio dei re, dei lucumoni e degli altissimi personaggi etruschi, giacchè se ne trovarono esemplari in ogni tomba d’insigni famiglie. Inoltre, la corona d’oro, tenuta nel trionfo da uno schiavo al disopra della testa del capitano vincitore, si chiamava proprio corona etrusca. Questo appellativo ci indica non solo la sua origine, ma ci conferma anche l’uso esistente presso gli Etruschi di premiare i valorosi con tale ricompensa, la quale se era d’oro per i generali poteva forse essere di altra materia per i soldati.
Ma non basta. Tra le decorazioni militari romane di cui ci occuperemo più ampiamente, vi erano infatti le cosidette phalerae o dischi di vario metallo, che la tradizione vuole fossero state introdotte a Roma al tempo dei re e precisamente dallo stesso Tarquinio Prisco il quale del resto, secondo la leggenda, era etrusco.
Dobbiamo infine accennare che l’uso delle corone era molto comune, perchè in tutte le pitture sepolcrali rinvenute troviamo figure col capo circondato di lauro e questo specialmente nelle rappresentazioni di banchetti.
[1]MEYER: “Antico Egitto”. – Vol. II pag. 38.