Gli Alpini Paracadutisti, specialità tutta italiana e unica al mondo, nacquero ufficialmente il 1° settembre 1952. Il primo lancio “operativo” al mondo di cui si abbia notizia viene effettuato nella notte tra l’8 e il 9 agosto 1918 dal Tenente degli Alpini Alessandro Tandura, in forza all’Ufficio Informazioni dell’8ª Armata, che si fa paracadutare nella zona di Sarmede (Treviso) per organizzare una rete di spionaggio nel Veneto occupato dagli Austro-Ungarici dopo la ritirata di Caporetto.
L’idea di creare unità idonee all’impiego in montagna a seguito di aviolancio risale alla 2^ Guerra Mondiale quando, per ragioni operative, vengono effettuati lanci di pattuglie in zone impervie o di alta quota. Dopo la guerra, alcune Nazioni sperimentano, senza successo, il lancio in montagna di reparti organici; tali reparti, atterrati senza apparenti difficoltà, non sono in grado di operare perché non addestrati all’impiego in montagna. Ma l’uso della “terza dimensione” per occupazioni preventive o infiltrazioni di reparti in territorio nemico è tra gli studi in atto negli Stati Maggiori di tutte le Nazioni occidentali, nel frattempo confluite nella nascente NATO. Nella primavera del 1952 alcuni Ufficiali degli Alpini vengono inviati al Centro Militare di Paracadutismo di Viterbo per acquisire il brevetto al lancio. Il 1° settembre 1952 viene costituito, a titolo sperimentale, il primo Plotone Alpini Paracadutisti in organico alla Brigata Alpina Tridentina, con sede a Bressanone; dopo la frequenza del corso di abilitazione al lancio, a novembre il Plotone diviene operativo.
Tutti gli Alpini, ovviamente di leva e volontari nella specialità, sono maestri di sci, guide alpine o atleti. Il personale inizia subito l’iter addestrativo, comprendente corsi di sci e di alpinismo che consentono al Plotone, a organico completo, di effettuare il primo lancio in montagna il 24 luglio 1953 sul ghiacciaio del Ruitor, in Valle d’Aosta. Constatato il successo dell’esperimento, vengono creati i rimanenti Plotoni, uno per Brigata: il 15 novembre 1953 quello della Julia (Udine), nel 1954 quello della Taurinense (Pinerolo) e nel 1956 quelli dell’Orobica (Merano) e della Cadore (Belluno). I Plotoni Paracadutisti rimangono a livello Brigata ma vengono impiegati sempre più di frequente direttamente dal Comando del 4° Corpo d’Armata Alpino.
Per ragioni operative, addestrative, logistiche e amministrative matura la decisione di accentrare i Plotoni in una Compagnia: il 1° aprile 1964, nella Caserma “Vittorio Veneto” di Bolzano, viene sancita la costituzione della Compagnia Alpini Paracadutisti del 4° C.A. Alpino (Plotone comando, 3 Plotoni fucilieri, 1 Plotone mortai da 81) con l’accentramento di tutti i Plotoni Paracadutisti delle cinque Brigate.
Tutti gli Ufficiali e Sottufficiali della nuova Compagnia sono Istruttori di sci e di alpinismo, molti sono direttori di lancio e alcuni Comandanti di Pattuglia-guida, mentre gli Alpini, provenienti dalla leva delle Truppe Alpine, sono volontari nella specialità paracadutisti. A ogni scaglione incorporato, personale della Compagnia si reca presso i CAR delle Brigate per l’arruolamento delle reclute. I volontari, terminato il periodo del CAR, confluiscono alla SMIPAR di Pisa per la frequenza del corso di lancio (“corso palestra” e tre lanci di abilitazione). Gli idonei, al termine del corso e giunti alla Compagnia, proseguono l’addestramento al lancio con l’acquisizione del brevetto di paracadutista militare. L’attività aviolancistica della Compagnia ha cadenza bimestrale, a cui si aggiungono le varie esercitazioni, in proprio o a favore delle Brigate, il che permette al personale di leva di congedarsi con una media di 10/12 lanci. L’organico del Reparto comprende anche “aviorifornitori”, “segnalatori” e “ripiegatori”. L’addestramento “alpino” consiste in due corsi alpinistici annuali (primaverile e autunnale) e uno sciistico (gennaio – febbraio), tutti della durata di 30/40 giorni. Gli Istruttori sono gli stessi Ufficiali e Sottufficiali della Compagnia, brevettati presso la Scuola Militare Alpina di Aosta.
L’istruzione tecnico-tattica, iniziata con l’addestramento di squadra e plotone e completata con le esercitazioni a fuoco; prosegue poi con l’attività tipica dei paracadutisti (pattuglie, infiltrazioni – esfiltrazioni, combattimento in ambienti particolari) il tutto, ovviamente, condotto in montagna.
il 1° gennaio 1990 il reparto assume la denominazione di Compagnia Alpini Paracadutisti “Monte Cervino”; viene così sancita la particolarità della specialità con il richiamo al Battaglione Sciatori che nella 2ª Guerra Mondiale fu due volte costituito e due volte distrutto, in Grecia e in Russia. I tempi sono maturi per l’arruolamento dei primi Volontari a Ferma Prefissata (VFP) e la Compagnia è tra i primi reparti delle Truppe Alpine a beneficiarne.
In un periodo di tagli alle spese militari e di soppressione di reparti, il 14 luglio 1996 la Compagnia si trasforma in Battaglione Alpini Paracadutisti “Monte Cervino”, inizialmente su tre Compagnie (Comando e Servizi, 1ª Compagnia operativa, Compagnia Corsi) che poco dopo diventano quattro con la costituzione della 2ª Compagnia operativa. Il 10 aprile dell’anno successivo, in una commovente cerimonia nella Caserma “Vittorio Veneto”, riceve la Bandiera di Guerra con le Decorazioni che furono del mitico Battaglione Sciatori. La professionalizzazione delle Forze Armate avanza inarrestabile e, per quanto riguarda gli Alpini Paracadutisti, si delinea per il Battaglione Alpini Paracadutisti “Monte Cervino” l’acquisizione della qualifica “ranger”. Il “ranger” (termine di lingua inglese diventato di dominio universale) definisce un militare specializzato in attività non convenzionali quali raid, imboscate, interdizioni d’area effettuate in ambienti particolari. È addestrato al combattimento nei centri abitati, al combattimento e movimento in alta montagna in ogni stagione, impiegando sci e tecniche alpinistiche, alla resistenza a cattura e interrogatori, all’aviolancio e aviotrasporto, al combattimento e sopravvivenza in ambiente anfibio. L’Esercito Italiano non possiede reparti “ranger” e impiega in operazioni speciali il 9° Battaglione d’Assalto “Col Moschin” che, formato da “incursori”, ha caratteristiche diverse; il “Monte Cervino” può colmare la lacuna inserendosi a pieno diritto tra le Forze Speciali, cosa che puntualmente avviene.
I1 25 settembre 2004 il Battaglione è elevato a 4° Reggimento Alpini Paracadutisti su Comando, Compagnia Comando e Supporto logistico, Compagnia Corsi e Battaglione Alpini Paracadutisti “Monte Cervino” (1ª, 2ª, 80ª Compagnie ranger). Risorgono cosi le Compagnie del mitico “Cervino” della Russia, quando i Sovietici, ammirati e intimoriti per la straordinaria resistenza dei “Cervinotti”, li avevano denominati “Satanas Bieli” (Diavoli Bianchi). Dal dicembre 2010 il Reparto ha sede nella Caserma “Duca” di Montorio Veronese (Verona).
L’Esercito è ormai composto da professionisti e il personale del 4° Alpini Para. è tutto volontario nella specialità. non prosegue e viene rimandato a1 reparto di provenienza. I vari corsi sono gestiti o a livello centrale o dalla Compagnia Corsi del Reggimento. Si inizia con il “Corso per operatore basico delle Forze Speciali” della durata di 15 settimane, superato il quale l’aspirante affronta la “Specializzazione ranger” di 41 settimane che comprende il “Corso ranger”, il “Corso di addestramento montano invernale”, il “Corso di addestramento montano estivo”, il “Corso anfibio” e il “Corso di difesa personale”. Chi termina il percorso addestrativo di base ottiene la qualifica “ranger” e diventa effettivo al Reggimento.
Naturalmente è solo l’inizio perché l’addestramento non termina mai se non in “approntamento” per qualche missione “fuori area” dove il personale continua a perfezionare la preparazione con corsi di specializzazione quali “Aviolancio TCL” (tecnica caduta libera – apertura comandata) o relativi a primo soccorso, esplosivi, trasmissioni, guida in terreni particolari.
il 1° luglio 2014 il 4° Reggimento perde la dipendenza dal Comando Truppe Alpine per passare sotto il neo-costituito Comando Forze Speciali (COMFOSE), che ha sede a Pisa, dipendente a sua volta direttamente dal Comando Forze Terrestri Comando Operativo Esercito (COMFOTER COE). Del COMFOSE fanno parte, oltre al 4° Reggimento, il 9° Reggimento d’Assalto “Col. Moschin”, il 185° Reggimento RAO (Ricognizione Acquisizione Obiettivi) e il 28° Reggimento “Pavia”.
Tratto dall’articolo “Gli Alpini Paracadutisti” del
Gen. Piercorrado Meano