EUGENIO LEOTTA E MARIO GIGANTE – M.O.V.M. DI OTTOBRE

  

LEOTTA EUGENIO

Colonnello s.p.e. A.A., pilota

                             

Assolti gli obblighi di leva nell’8° reggimento bersaglieri come sottotenente di complemento, ottenne nel 1925 di passare in Aeronautica. Nominato pilota d’aeroplano nel maggio dello stesso anno e trasferito al 1° stormo da caccia, vi conseguì il brevetto di pilota militare nel luglio 1926. Trasferito in s.p.e. due anni dopo e promosso tenente frequentò nel 1931 la Scuola di navigazione aerea di alto mare, venendo poi assegnato al 92° gruppo dello stormo misto dell’Egeo. Promosso capitano nel marzo 1935, pochi mesi dopo partì volontario per l’A.O. (Africa Orientale) ed ebbe il comando della 103^ squadriglia da caccia. Rimpatriato nel novembre dell’anno successivo dopo essersi meritata la promozione a maggiore per meriti straordinari, nell’aprile 1937 partiva volontario per la Spagna quale comandante di un gruppo da caccia. Rientrato in Italia col grado di tenente colonnello, fu prima giudice nel Tribunale Militare di Roma e poi comandante del 24° gruppo del 4° stormo Baracca col quale entrò in guerra nel giugno 1940. Promosso colonnello a scelta assoluta nel marzo 1941, assumeva il comando del 4° stormo da caccia. Era decorato anche di una M.B. al V.A. (Medaglia Bronzo al Valore Militare)

“Comandante di stormo da caccia, figura superba di capo aviatore e di soldato, quattro volte decorato al valore militare, due volte promosso per merito di guerra, animatore e trascinatore dei gregari che, dal suo esempio, traevano maggiori ardimenti nei cimenti più aspri, sapeva forgiare i suoi reparti in forti e magnifici strumenti di guerra, guidandoli sempre alla conquista delle più brillanti vittorie. Partito vibrante di fede e di entusiasmo per un’ardita, rischiosa missione su munita base aeronavale nemica, non faceva ritorno. – Cielo di Grecia e di Malta, 2 dicembre 1940 – 25ottobre 1941”

Altre decorazioni al Valor Militare

Medaglia d’Argento

«Volontario in A.O., pilota di eccezione, comandante di squadriglia da caccia, eseguiva durante quattro mesi di intense operazioni belliche, numerosi e rischiosi voli di ricognizione, mitragliamento e bombardamento, dimostrando perizia e noncuranza del pericolo. In numerose azioni malgrado avesse avuto l’apparecchio colpito dalla reazione antiaerea, con decisione insisteva nell’attacco mitragliando efficacemente il nemico e portando così il suo contributo alla riuscita delle azioni delle nostre truppe. Cielo di Adua, Amba Agher, Macallè, Abbi Addì, ottobre 1935-marzo 1936

Medaglia d’Argento

«Volontario in missione di guerra per l’affermazione degli ideali fascisti, valoroso comandante di un gruppo da caccia, alla testa dei suoi reparti sapeva sempre portarli alla vittoria in aspri combattimenti, malgrado la superiorità numerica dell’avversario e la violenza della reazione. Cielo di Spagna, aprile-agosto 1937

Medaglia d’Argento

«Valoroso comandante di squadriglia da incursione veloce, seppe ottenere con essa il massimo rendimento bellico, durante il ciclo operativo della battaglia dell’Ascianghi, infliggendo con precise azioni di bombardamento e mitragliamento da bassa quota, rilevanti perdite al nemico. Effettuò varie incursioni a lungo raggio ed anche su Addis Abeba, dando prova di audacia e bravura. Di esempio costante ai migliori per sprezzo del pericolo ed alto senso del dovere. Cielo dell’Ascianghi, Addis Abeba, febbraio-maggio 1936

Croce di Guerra

“Comandante di stormo da caccia, figura superba di capo aviatore e di soldato, quattro volte decorato al valor militare, due volte promosso per meriti di guerra, animatore e trascinatore dei gregari che, dal suo esempio, traevano maggiori ardimenti nei cimenti più aspri, sapeva forgiare i suoi reparti in forti magnifici strumenti di guerra, guidandoli sempre alla conquista delle più brillanti vittorie. Partito vibrante di fede e di entusiasmo per un’ardita, rischiosa missione su munita base aeronavale nemica, non faceva ritorno. – Cielo della Grecia e di Malta, 2 dicembre 1940 -25 ottobre 1941

Tenente colonnello per meriti di guerra (1938)

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GIGANTE MARIO

Maggiore s.p.e. 129° Reggimento Fanteria

                         

«Comandante di battaglione, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, guidava con grande perizia e noncurante del pericolo i propri uomini nella dura guerriglia contro i nazisti. Circondato e catturato dopo aspra resistenza, con il reparto decimato per le gravi perdite subite, veniva condannato a morte. Allo scopo di salvare i suoi gregari, al comandante tedesco dichiarava di essere il solo responsabile della condotta del suo reparto e quindi l’unico colpevole da fucilare. Davanti al plotone di esecuzione teneva contegno fiero e dignitoso. Colpito a morte da una raffica di mitragliatrice trovava ancora la forza di gridare: Viva l’Italia! Porto Edda (Albania), 5 ottobre 1943.»

Altre Decorazioni al Valor Militare

Croce di Guerra

«Aiutante maggiore di un reggimento di formazione, costituito nell’imminenza delle operazioni belliche, fu durante le operazioni stesse un fattivo coadiuvatore dal proprio comandante. Si recava più volte presso i reparti impegnati in combattimento per recare ordini e per riprendere il collegamento con essi, dando bella prova di completa dedizione al dovere, sprezzo del pericolo in particolari difficili momenti dell’azione. Colle del Moncenisio, 21-23 giugno 1940.»