«Quello tra Cremona e l’Esercito è un rapporto che affonda le proprie radici nella nostra storia e che continua orgogliosamente ancora oggi con momenti di vicinanza come questo». Parole dense di emozione pronunciate oggi dal comandante del Comando militare Esercito Lombardia, generale di brigata Carmine Sepe, accolto in città, nella prestigiosa cornice istituzionale del Salone dei Quadri di palazzo comunale, in occasione della presentazione del nuovo calendario dell’esercito.
All’incontro, moderato dal direttore del quotidiano La Provincia Paolo Gualandris, ha partecipato anche il generale Carlo Maria Magnani, presidente dell’Istituto del Nastro Azzurro e il colonnello Roberto Spampanato, comandante del X Reggimento Genio Guastatori. Dopo i saluti istituzionali del presidente del consiglio comunale, Luciano Pizzetti, e del prefetto, Antonio Giannelli, la presentazione è entrata nel vivo. «L’edizione 2025 è il terzo calendario dedicato dall’Esercito alla guerra di Liberazione».
Un pezzo di storia recente, quello successivo all’armistizio dell’8 settembre 1943, in cui «tanti militari italiani scelsero di onorare fedelmente il giuramento al proprio Paese – ha ricordato il generale Magnani – combattendo chi al fianco degli alleati, che all’interno di divisioni partigiane e chi resistendo dove si trovava di stanza, come i valorosi di Cefalonia o le divisioni di stanza in Jugoslavia, unitesi alla resistenza locale».
Anche in questo caso il legame con la città del Torrazzo è forte: «Abbiamo scelto – ha spiegato il comandante Sepe – di dedicare la prima pagina del calendario alla divisione Cremona, composta da tanti vostri concittadini, ragazzi di vent’anni, che giocò un ruolo determinante nella liberazione delle città di Ferrara e Venezia».
E nel ricordare le ragioni che animano il ‘Calendesercito’, il comandante Sepe ha voluto rivolgere un pensiero agli studenti presenti in sala, una classe del liceo Manin: «Lo sforzo che dobbiamo compiere è quello di non perdere il legame con la nostra storia. Una storia fatta di scelte coraggiose di uomini e donne come tutti e troppo spesso dimenticate. E invece non dobbiamo scordare l’azione e il sacrificio di coloro che hanno reso l’Italia il bel Paese che conosciamo, di coloro che hanno difeso e onorato la nostra libertà».
A impreziosire l’incontro sono state poi le note degli studenti del conservatorio Monteverdi: Riccardo Bighin, Paolo Dell’Anna, Gabriele Copparoni e Riccardo Guerra hanno eseguito l’inno nazionale; mentre Lara Celeghin ha eseguito al violino ‘La Primavera’ di Antonio Vivaldi e ‘Czardas’ di Vittorio Monti.
Tratto da “La Provincia di Cremona”