LUIGI VASCHI E GIUSEPPE SALVEREZZA – M.O.V.M. DI DICEMBRE

  

VASCHI LUIGI

Maresciallo 1ª classe A.A. pilota

          

Non ancora diciannovenne otteneva nel 1918 di passare dal 65° reggimento fanteria mobilitato all’Aviazione Militare ed ottenuto il brevetto di pilota partecipava alla prima guerra mondiale in una squadriglia da bombardamento. Nel 1923, col grado di sergente, veniva inviato in Cirenaica ove, per altri due anni, si distingueva nelle operazioni di grande polizia coloniale raggiungendo il grado di sergente maggiore e meritandosi due encomi solenni. Dopo un breve periodo di rimpatrio, ritornava, nel 1928, in Colonia assegnato all’Aviazione della Tripolitania col grado di maresciallo meritandosi anche altri due encomi solenni. Rimpatriato nel 1932, si specializzava nel pilotaggio di apparecchi da caccia presso il campo di Mirafiori e nel gennaio 1935 partiva fra i primi per l’Eritrea con la 106^ squadriglia. 

“Pilota di monoposto da caccia, in azione di mitragliamento del nemico in fuga, atterrava volontariamente presso un aereo della propria squadriglia, abbattuto dalla fucileria in località percorsa dall’avversario, nell’intento di prendere a bordo il pilota incolume e sottrarlo alle gravi conseguenze della cattura. Impossibilitato a ripartire per le avarìe subìte nell’atterraggio, tentava insieme al camerata, di raggiungere la zona occupata dalle nostre truppe. Per tre giorni riusciva eroicamente ad aprirsi la via del ritorno, eludendo le ricerche di giorno e combattendo di notte, finchè premuto e circondato da ogni parte cadeva con il proprio camerata dopo strenua difesa contro il nemico numeroso e ben armato, irritato ed ammirato insieme dalla manifestazione di tanto eroismo. Esempio di insuperabile dedizione al più elevato e nobile senso di cameratismo.” Selaclacà, Beles, 25-28 dicembre 1935

Altre Decorazioni al Valor Militare:

Medaglia d’Argento

«Ottimo pilota d’aeroplano, ardito ed entusiasta si è sempre prodigato anche in condizioni atmosferiche decisamente avverse nell’eseguire lunghi e difficilissimi voli su zone desertiche. Nei numerosi bombardamenti e mitragliamenti eseguiti a volo rasente si comportava da valoroso portando sempre brillantemente l’azione quantunque il proprio velivolo fosse seriamente colpito dalla fucileria nemica. Nei giorni 1 e 2 novembre nei pressi di Hon eseguendo contro una forte mehalla ribelle violente azioni aeree infliggeva ad esse gravissime perdite tanto da costringerla a precipitosa fuga. Tripolitania, maggio-novembre 1928

Medaglia di Bronzo

«Ardito instancabile pilota compieva in più occasioni efficacissimi bombardamenti su lontani obiettivi, lunghissime ed esatte ricognizioni nonostante le pessime condizioni atmosferiche dimostrando alto senso del dovere, spirito di abnegazione, sprezzo del pericolo. Già distintosi in molte azioni precedenti riusciva con lunghissimo volo ad individuare esattamente la dislocazione dei ribelli, permettendo in tal modo a nostre colonne operanti ch’erano rimaste priva di notizie al riguardo, di facilmente e vantaggiosamente assalirli. Cielo di Maraua, 10 maggio 1924

Medaglia di Bronzo

«Audace abilissimo pilota in numerosi voli, noncurante delle avverse condizioni atmosferiche, tutto superando, portava a perfetto compimento importanti ed ardite operazioni di guerra. Il giorno 15 gennaio 1930, incurante della presenza di numerosi ribelli atterrava presso due apparecchi da ricuperare, e, nonostante la grave minaccia, cooperava al loro rifornimento. Sorvolava poi a bassa quota i ribelli effettuando su di essi un preciso bombardamento. Cielo del Fezzan, gennaio-febbraio 1930

Croce di Guerra al Valor Militare

«In ripetute occasioni scendeva a quota bassissima per più efficacemente bombardare e mitragliare accampamenti ribelli. Durante il volo nonostante un colpo di artiglieria nemica gli avesse colpito e spezzato i comandi degli aleroni sinistri dell’apparecchio, proseguiva nella ricognizione, rientrando in campo solo a bombardamento effettuato. Cielo Sud Bengasino, Suani el Bedin, Agedabia, 6 marzo-21 aprile 1923

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SALVAREZZA GIUSEPPE

Partigiano Combattente

          

Alpino nel Battaglione “Pieve di Teco” di stanza a Cairo Montenotte (Savona), dopo l’armistizio tornò nella sua casa. Nell’inverno 1943-44, per non prestare servizio nell’esercito della repubblica di Salò, il giovane contadino decise di recarsi nel Chiavarese e qui si unì ad un gruppo di patrioti. Dopo essersi distinto in numerose azioni contro i nazifascisti, nel luglio del 1944 fu nominato comandante di un distaccamento e nel novembre successivo gli fu affidato il comando del Battaglione “Franchi” della Brigata “Oreste”. Nel corso di un massiccio rastrellamento nell’inverno del 1944, sulle pendici del monte Bossola, Salvarezza, durante uno scontro ravvicinato, fu ferito di striscio alla testa. Nonostante la ferita, il giovane decise di spostarsi con un gruppo di suoi uomini in località Variana di Alessandria, per compiervi un diversivo. Cadde durante l’azione e il suo nome di battaglia fu assunto dalla IV Divisione Garibaldi “Pinan Cichero”, costituitasi subito dopo il rastrellamento.

“Giovane ventenne, comandante di una Brigata partigiana, di eccezionale ardimento, di fronte ad un improvviso attacco da parte di preponderanti forze nazifasciste lanciava la sua formazione in un audace contrattacco che salvava le sorti della giornata trasformando la situazione, inizialmente sfavorevole alle nostre armi, in rotta disordinata del nemico. Ferito mortalmente alla fronte e al cuore incitava i suoi uomini a proseguire nell’impeto della lotta ed esalava lo spirito indomito per assurgere nel cielo degli Eroi, unanimemente pianto dalle popolazioni che videro il suo estremo sacrificio.” Monte Bossola d’Alessandria, 15 dicembre 1944.