SALVATORE VENERE E AMELIO TASSONI – M.O.V.M. DI GENNAIO

  

VENERE SALVATORE

Capomanipolo LXI battaglione CC.NN. da montagna.

                              

Arruolatosi volontario come allievo carabiniere a piedi nel piedi nel luglio 1920, si congedò col grado di vicebrigadiere nel luglio 1923. Stabilitosi a Fiume ed assunto dalla Società R.O.M.S.A. (Raffineria Olii Minerali per azioni) come impiegato, nel gennaio 1937 ottenne la nomina a sottotenente di complemento di fanteria assegnato al 74° Lombardia. Già iscritto come milite nella 61^ legione Carnaro della M.V.S.N. (Milizia Volontaria Servizio Nazionale), fin dal congedo, vi ottenne la promozione a sottocapomanipolo istruttore premilitare e, nel 1938, fu incaricato di accompagnare i ventimila coloni in Libia meritandosi un elogio per il servizio compiuto dal Commissariato per l’emigrazione e colonizzazione. Promosso capomanipolo, ottenne di essere mobilitato nel dicembre 1940 col LXI battaglione CC.NN. da montagna col quale partecipò prima, alle operazioni di guerra svoltesi contro la Jugoslavia dal 12 al 18 aprile 1941 e, in seguito, alle operazioni in Balcania.

“Comandante di plotone fucilieri, attaccato da soverchianti forze ribelli, contrattaccava arditamente all’arma bianca, infliggendo al nemico sensibili perdite. Sistematosi a difesa e sfruttando le poche risorse del terreno coperto da alta neve, fronteggiava ripetuti, violentissimi attacchi dell’avversario che già aveva prodotto numerose perdite nel reparto. Ferito, rifiutava ogni soccorso, continuando intrepidamente nella lotta, incitando ed incoraggiando i legionari con l’esempio animatore. Ridotto il manipolo a pochi superstiti, dei quali alcuni feriti, continuava a combattere con estrema decisione votandosi al sacrificio per dare possibilità, al grosso della colonna, di sfuggire all’accerchiamento e di raggiungere posizioni più favorevoli. Ferito una seconda volta e gravemente, continuava nell’impari lotta fino a quando, stremato di forze e morente, si abbatteva lanciando un ultimo incitamento alle sue camicie nere. – Homoljanscki – Klanac (Balcania), 1-2 gennaio 1942.”

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TASSONI AMELIO 

Caporale di fanteria – partigiano combattente

               

Figlio di agricoltori, studiò fino alla terza classe elementare, per poi frequentare i corsi premilitari che gli consentirono un più breve servizio di leva militare che dall’aprile 1935 svolse presso il 35º reggimento fanteria. Allo scoppio della seconda guerra mondiale nel 1940, venne richiamato alle armi e destinato al 23º reggimento fanteria mobilitato, partecipando ad azioni di guerra con la 3ª compagnia mortai da 81 nei Balcani dall’aprile 1941 al maggio 1942. Dopo essersi ammalato, venne ricoverato nella 115ª sezione di sanità, rientrando dopo qualche giorno nel corpo, dove divenne caporale nel marzo 1943. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 tornò a Modena dalla famiglia, ma per sottrarsi alla cattura da parte dei tedeschi raggiunse, entusiasta ed ardimentoso, le prime formazioni partigiane operanti sulle montagne del modenese e ben presto il caporale divenne comandante di un distaccamento con il grado di tenente. Promosso a maggiore, il 1º gennaio del 1945 gli fu affidato il comando della brigata “Garibaldi” che, pochi giorni dopo la nomina, avrebbe assunto il suo nome. 

“Valoroso comandante di Brigata, ad un attacco sferrato da forze nemiche di gran lunga superiori, si attestava con i propri uomini mantenendo le posizioni fino al limite di ogni umana possibilità. Essendo rimasto con pochi superstiti, ordinava loro di retrocedere, mentre egli, rimanendo sul posto e rifiutando di arrendersi, continuava a far fuoco contro il nemico incalzante. Colpito a morte, si abbatteva al suolo esanime. Magnifico esempio di eccezionale coraggio, sprezzo del pericolo ed attaccamento al dovere fino al supremo sacrificio.» — Monte Santa Giulia, 9 gennaio 1945