EMILIO DANIELI E GIORGIO SUSANI – M.O.V.M. DI APRILE

  

DANIELI EMILIO

                           

  Capitano di complemento fanteria

Volontario a diciotto anni durante la 1^ guerra mondiale, combatté col 4° reggimento fanteria nella zona carsica nel dicembre 1916. Dopo aver frequentato un corso reggimentale per la nomina ad ufficiale, fu promosso sottotenente di complemento nel gennaio 1918 e passò al 6° reggimento, nella 572^ compagnia mitraglieri con la quale combatté sul Piave. Ebbe la promozione a tenente nel gennaio 1919 e fu congedato nel 1924. Richiamato a domanda in servizio nel dicembre del 1936, il 4 gennaio 1937 fu inviato in missione oltremare e col grado di capitano assunse il comando di una compagnia mitraglieri del 2° reggimento fanteria Frecce Azzurre.

“Comandante di compagnia mitragliatrici, all’assalto di importante posizione nemica veniva ferito una prima volta al viso da scheggia di bomba d’aereo, incurante di sé continuava impassibile a dirigere personalmente il fuoco del proprio reparto. Occupata la posizione e contrattaccato da rilevanti forze nemiche, si sostituiva ad un tiratore caduto dirigendo con perizia il fuoco della propria arma sul nemico irrompente e giunto a tiro di bomba a mano. Colpito alla testa, cadeva sulla propria arma al grido di Viva l’Italia!. Fulgido esempio di fede e di eroismo.” – Quote 800 e 811 di Sierra Grana, 14 aprile 1937.

Altre decorazioni: Croce di guerra al Valor Militare

«Per le belle prove di ardire e sprezzo del pericolo, per cui diede prova in giornate di aspra lotta, alla testa della sua sezione, che seppe guidare con esemplare contegno, sotto violento bombardamento. Nervesa (Piave), 15 giugno 1918

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SUSANI GIORGIO

Accademia Militare Modena

partigiano combattente

   

Figlio di ufficiale dell’Esercito, mutilato e decorato al valore militare della prima guerra mondiale, conseguita la maturità classica nel Liceo  Torquato Tasso di Roma nel 1942, venne ammesso all’Accademia Militare di Modena. Ultimato il primo anno dell’86° corso e, sopravvenuta la dichiarazione dell’armistizio, raggiunse l’Appennino Parmense. Nel gennaio 1944, entrò a far parte della formazione partigiana Coturri operante nell’Alta Valle del Trebbia. Ferito ad un braccio in combattimento, appena convalescente passava nella Brigata Nino Siligato della Divisione Centocroci con la quale affrontò i disagi dell’inverno 1944-45 e le sofferenze di un congelamento agli arti inferiori. Nominato vicecomandante di Brigata alla vigilia della liberazione, quantunque febbricitante, non volle mancare all’ultima battaglia che si combatteva ad Ostia Borgotaro.

“Allievo dell’Accademia di fanteria e cavalleria, sfuggito alla cattura da parte dei tedeschi, seguendo l’impulso del giovanile animo ardente di amor patrio, abbandonava la famiglia per arruolarsi volontario in una Brigata partigiana di cui divenne vicecomandante. Ferito in uno scontro con truppe nemiche, restava al suo posto di combattimento, condividendo con i suoi uomini i rischi e la gloria della battaglia. Gravemente congelato nella cruda stagione invernale in alta montagna, rifiutava di portarsi in zona già liberata e, benché claudicante, persisteva nella lotta, magnifico esempio di ogni ardimento. All’attacco di una posizione saldamente presidiata dai nazi-fascisti, guidava arditamente un gruppo di valorosi contro un caposaldo di particolare importanza e, dopo essersi aperto per primo il passo a colpi di bombe a mano, cadeva col petto squarciato dalla mitraglia, immolando la giovane esistenza alla Patria immortale.” Appennino Parmense, 8 aprile 1945.