ETTORE MUTI E ARCANGELO SCHIAVETTI – M.O.V.M. DI APRILE

  

ETTORE MUTI

Maggiore cpl. A.A. Pilota

                 

 A soli quindici anni partecipò alla prima guerra mondiale nel reparto di arditi del 6° rgt prendendo parte all’azione di Col Beretta nel 1917 e alla battaglia del Piave nell’anno seguente col 20° reparto d’assalto «Fiamme Nere». Fu poi legionario fiumano con D’Annunzio e ritornato nella vita civile si dette alla politica. Iscrittosi nel 1923 nella M.V.S.N. col grado di seniore, nel maggio 1932 assumeva il comando della 3ª legione portuaria a Trieste. Ottenuta la nomina a ten. di cpl. nell’A.A. nell’ott. 1935, il 12 dello stesso mese partì per l’A.O. destinato all’aviazione dell’Eritrea. Rimpatriato nel maggio 1936 e promosso capitano, nel luglio successivo, sempre volontario, fu inviato in missione speciale oltremare, partecipando, per trentadue mesi alla guerra civile di Spagna ove conseguì la promozione a maggiore per merito straordinario nel marzo del 1937. Rientrò in Italia in tempo per prendere parte alla spedizione in Albania entrando per primo in Tirana alla testa di una piccola avanguardia. Già Consigliere na­zionale, ottenne nell’ottobre dello stesso anno la nomina ad alta carica politica. Nel secondo conflitto mondiale, fu richiamato a domanda e, destinato all’aero­porto di Ciampino, prese parte alle operazioni svoltesi sul fronte occidentale e contro la piazzaforte di Gibilterra. Fu poi nell’aviazione dell’Egeo a Rodi fino al sett. 1940. Nella specialità aerosilurante si segnalò al comando di un gruppo nella battaglia aeronavale di Pantelleria. Promosso ten. col. nel marzo 1942, svolse in seguito importanti incarichi nel campo informativo e fu a capo di dele­gazioni in Spagna e in Portogallo, facendo ritorno da quest’ultima missione alla vigilia degli avvenimenti del luglio 1943. Nella notte sul 24 agosto 1943 a Fre­gene di Roma, arrestato per presunta sua attività antigovernativa, fu ucciso du­rante il trasferimento, in un presunto tentativo di fuga. Era insignito di deco­razioni al valore spagnole e germaniche.

«Ufficiale superiore pilota, volontario fra i primi in una missione di guerra combattuta per l’affermazione dei più alti ideali fascisti, si distingueva per eccezionale attività bellica svolta con ammirevole fervore e con dedizione assoluta. Già distintosi precedentemente per valore e coraggio e sempre pronto ad ogni più rischiosa missione, eseguiva nel periodo di un anno oltre 160 azioni di bombardamento colpendo efficacemente il nemico nei più lontani e vitali obiettivi. Più volte attaccato dai caccia avversari, durante l’espletamento della sua ardimentosa attività di bombardiere, impegnava, per tredici volte aspro combattimento in condizioni di assoluta inferiorità, riuscendo sempre a respingere gli attacchi e conducendone due vittoriosamente con l’abbattimento in fiamme di due apparecchi avversari.» Cielo di Spagna, aprile 1937 – aprile 1938.

Altre decorazioni al Valor Militare:

Medaglia d’Argento

«Tenente di complemento volontario di guerra, pilota su apparecchi da bombardamento, eseguiva numerose missioni lontane e di grande importanza aggiungendo alla perizia del bombardiere la aggressività e l’audacia del mitragliere. In molti voli a grande profondità nel territorio nemico portava sicura e dura offesa. Offertosi per speciale missione nell’Aussa per appoggiare e rifornire una nostra colonna avanzante, atterrava sovente in territorio nemico ivi anche pernottando tre volte con la sola difesa del personale di bordo. Durante tale missione, dopo aver organizzato la difesa a terra di località non ancora occupata dalle nostre bande, rientrava per due volte alla base con l’aereo colpito dal fuoco nemico. Combattente sempre tra i primi in ogni impresa audace, era esempio costante di alte virtù militari e di completa dedizione al dovere.» Cielo di Dessie, Goggiam, Aussa, febbraio 1936

Medaglia d’Argento sul campo

«Ufficiale pilota di apparecchio da bombardamento partecipava ad un volo di ricognizione su Addis Abeba allo scopo di osservare le condizioni di quel campo d’atterraggio. Dopo aver tracciato quattro rette a volo rasente sul munito campo, nonostante la viva reazione antiaerea, il velivolo scendeva sino a saggiarne con le ruote il terreno. Colpito da più parti vitali da fuoco di fucileria e mitragliatrici pesanti, l’apparecchio si tratteneva per oltre mezz’ora a bassissima quota sulla capitale nemica, finché, in una puntata eseguita sul centro della città, aveva fra l’altro un motore avariato e due serbatoi di benzina squarciati da proiettili dirompenti. Durante il volo di ritorno reso difficilissimo dalle esalazioni venefiche dei gas di miscela, che colpivano alcuni membri dell’equipaggio, dalla deficienza di carburante e dalle avverse condizioni atmosferiche, egli si prodigava per superare i molti ostacoli che rendevano singolarmente precario il rientro alla base, dando prova di alte capacità professionali e di sereno sprezzo del pericolo.» (Cielo di Addis Abeba, 30 aprile 1936

Medaglia d’Argento

«Nel corso di una rischiosa missione per la quale erasi offerto volontario, affrontava arditamente le più ardue prove, dimostrando sempre esemplare valore e sereno spirito di sacrificio.» Cielo di Spagna, luglio-novembre 1936

Medaglia d’Argento

«Già distintosi per sereno sprezzo del pericolo e per esemplare ardimento negli iniziali episodi di una missione di guerra per la quale erasi offerto volontario, faceva ancora rifulgere nei successivi fatti d’arme ai quali partecipava, le proprie alte qualità di valoroso combattente.» Cielo di Spagna, 12 aprile 1937

Medaglia d’Argento

«Ufficiale pilota di eccezionale valore, già ripetutamente distintosi in precedenza, partecipava, quale capo formazione di apparecchi da bombardamento a molte difficili azioni belliche, spesso contrastate da avversità atmosferiche, da violenta reazione contraerea e dagli attacchi della caccia avversaria, dando sempre rinnovate prove d’intelligente perizia, di sommo ardimento e sereno sprezzo del pericolo.»
— Cieli di Tortosa, di Sarrion, di Albertosa, di Vivier, di Valencia e della Catalogna, aprile 1938-marzo 1939

Medaglia d’Argento

Cielo di Durazzo e di Tirana, 7 agosto 1939

Medaglia d’Argento sul campo

«Portava ripetutamente su di un importantissimo e munito centro petrolifero nemico, l’offesa dei suoi Reparti conseguendo eccezionali risultati. Magnifico esempio di Comandante, di animatore, di combattente.» Cielo del Mediterraneo, luglio-agosto 1940

Medaglia d’Argento

«Comandante di un gruppo da bombardamento, sempre primo fra i primi, partecipava a numerose azioni quasi sempre contrastate dalla reazione nemica, e spesse volte in condizioni atmosferiche avverse, confermando eccelse doti di combattente e di comandante già emerse in tanti episodi della sua gloriosa vita di soldato. Sempre pronto a partire in volo per le più rischiose missioni, dava costantemente, con slancio inesauribile, grande contributo di esperienza e di valore.» Cielo del Mediterraneo e di Grecia, Sett. 1940 – Genn.1941

Medaglia d’Argento

«Comandante di un gruppo di bombardamento di provata perizia e di grande audacia, organizzava una importantissima azione di guerra sulle isole Bahrein, centro petrolifero di vitale importanza per il nemico. A capo dei suoi equipaggi, superando eccezionali difficoltà dovute a condizioni atmosferiche avverse ed alla lunghissima navigazione di circa 4.500 chilometri, in gran parte notturna, colpiva efficacemente l’obiettivo portando così l’offesa dell’ala fascista a distanza fino ad oggi mai raggiunta in azioni belliche.» Cielo di Bahrein, 20 ottobre 1940

Medaglia d’Argento

«Comandante di gruppo aerosilurante già provato in numerose brillanti imprese conduceva con decisione ed audacia ripetutamente il suo reparto all’attacco di importanti formazioni navali nemiche conseguendo notevoli ed efficaci risultati. In uno degli attacchi pur avendo il velivolo gravemente menomato dal rabbioso fuoco contraereo non desisteva dall’azione e dopo aver colpito un incrociatore britannico che si ritiene successivamente affondato, rientrava alla lontana base in notte illune con un motore inutilizzato ed incendio a bordo. Riconfermava così le sue mirabili virtù di combattente, di Comandante e di Pilota.» Cielo del Mediterraneo Orientale, 11 marzo 1942

Medaglia di Bronzo

«Tenente pilota di complemento volontario in A.O. partecipava a numerose azioni di guerra, in ogni contingenza rivelando doti di coraggio, alto senso del dovere e sprezzo del pericolo. In un volo su Chidana-Mierat con l’apparecchio colpito da reazione contraerea avversaria, rimaneva sul posto a compiere la missione affidatagli, riuscendo con ben assestati tiri a disperdere grossi nuclei avversari.»
— Cielo di Chidana Mierat, 30 dicembre 1935

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SCHIAVETTI ARCANGELO

Partigiano combattente

                     

Educato a Spoleto nel Convitto nazionale orfani degli impiegati dello Stato, si iscrisse nel 1942 nella Facoltà di Ingegneria a Roma. Dopo l’armistizio deell’8 settembre 1943 si rifugiò in Valnerina nei pressi di Arrone dove ebbe i primi contatti con le bande partigiane in formazione e con alcuni militari inglesi fuggiti dai campi di prigionia. Nel febbraio 1944 entrò a far parte della banda comandata dal capitano Ernesto Melis nella zona di Visso e partecipò a numerose azioni di guerra e di opposizione ai rastrellamenti nazisti. Nei primi giorni  del mese di aprile si era trasferito con la banda nella zona di Castelluccio di Norcia e precisamente ai Casali dell’Osteria.

“Studente di ingegneria subiva giovanissimo per la sua nota fede antifascista, il carcere. Accolto nelle file partigiane della Brigata “Melis” si distingueva in numerosi fatti d’arme, mostrando sempre eccezionali doti di coraggio. Accerchiato in Castelluccio di Norcia da preponderanti forze nemiche, rimaneva ferito in combattimento nell’impari lotta. Dolorante a terra nell’impossibilità di muoversi per la grave ferita riportata, gli veniva promessa la vita se avesse svelati i segreti della banda. Il silenzio eroicamente ostinato malgrado le vessazioni di ogni genere, provocò lo sfogo bestiale del nemico che lo finiva a colpi di fucile alla testa. Forte della fede, sicuro dell’avvenire, affrontò il martirio con sereno coraggio invocando il nome santo della Patria.” Castelluccio di Norcia, 25 aprile 1944.