CARLO ALBERTO ISTITUISCE LE MEDAGLIE D’ORO E D’ARGENTO AL VALORE MILITARE – III parte

  

La prima idea di ristabilire le medaglie d’oro e d’argento al valore militare risale al Maggio 1832.

Il 23 febbraio i Francesi per rispondere all’occupazione austriaca di Bologna erano entrati in Ancona. Parve ciò un segnale di guerra. Carlo Alberto la sperò per togliersi l’incubo del pericolo francese e tentò di trascinare l’Austria. Ma il Metternich si schermì, più disposto a subirla che ad affrontarla. Intanto Carlo Alberto continuò a prodigare le sue cure all’esercito di cui era orgoglioso.Nel giorno anniversario del suo primo anno di regno passò in rivista la guarnigione ed espresse nel suo diario la sua compiacenza per il colpo d’occhio superbo e per le truppe che marciavano bene. Scriveva: “ Je tenais extremement à ce que les Ministres étrangers vissent ce que nous avons été bons à faire en moins d’un an, et quel est l’esprit militaire de notre pays: convaincu que dans aucun autre pays on n’en pourrait faire autant dans un si court espace de temps”[1].

Qualche giorno prima, scrivendo sul diario una relazione sull’attività dei carabinieri, li lodava per l’attività, lo zelo, l’intelligenza e la devozione [2]

Furono appunto le riconosciute benemerenze dei carabinieri che ispirarono a Carlo Alberto l’idea dell’istituzione delle medaglie. Egli ne parlò in consiglio di conferenza il 17 maggio 1832. Diamo il verbale, per la parte che si riferisce al nostro argomento, nel suo testo originale, fedele ed integrale[3] :

“Le Roi parle à la Conference des Carabiniers Royaux des dangers auquels ces militaires sont sans cesse exposès, de la perte en hommes tués que le Corps eprouve, de la parte des brigands et des malfaiteurs qu’il doit poursuivre sans relache, et si la Décoration de l’ordre de Savoye put, d’après les Statuts de l’ordre, leur etre accordée en temps de paix.

“Sur la réponse negative après quelques observations presentées par les Generaux C.te de La Tour, Chev. de Villamarina et C.te de L’Escarène, S.M. approuve l’idée et convient de la possibilité, de donner à cet ordre militaire tout le prix et l’importance que son Auguste fondateur s’était proposé, et par cela meme, que cette Décoration serait désormais acquisée plus difficilment, et jamais en temps de paix, il s’ensuivait le besoin d’avoir d’autres destinations honorifiques disponibles pour donner sur un camp de bataille, ou bien d’une expédition partielle, d’un coup de mains hardi, qui preparent les succès plus consequentes, aux sous officiers et soldats qui se seraient le plus distingués par leur valeur, et les encourager ainsi de plus en plus à entreprendre des actions perilleuses. On conclut qu’il serait opportun de rétablir les decorations des medailles d’or et d’argent, qu’en temps de paix seraient données aux Carabiniers et autres militaires, meme à des citoyens, dans le cas prévus par un règlement, et après que sur le rapport fait au Roi, d’une action très distinguée et courageuse de l’un des militaires de son Armée, elle jugerait le militaire en question digne de l’une où de l’autre medaille”.

Nella seduta successiva tenutasi il 24 maggio fu approvato il verbale della riunione precedente ma con una modificazione che correggeva la prima deliberazione. Alla lettura del verbale apparve evidente che se le medaglie dovevano essere conferite solo in tempo di pace, ne avrebbero tratto beneficio solo i Carabinieri ed i cittadini; i militari, ufficiali e soldati che, in caso di guerra, si fossero distinti sul campo di battaglia, non potevano essere premiati. Fu quindi mutato il testo così: “ Les Medailles d’or et d’argent, dont S.M. se propose de mettre en vigueur la décoration, ne seront accordées aux sous-officiers et soldats qu’en temps de guerre”.

Ma il regio viglietto del 26 marzo, pur dichiarando che le medaglie d’oro erano principalmente dirette a premiare il valore in guerra, non escludeva però che fossero conferite anche ai militari in tempo di pace che nel servizio avessero dimostrato segnalato coraggio, di tale natura da eccitare emulazione del valore fra i compagni d’armi.

Ecco il Regio viglietto, seguito dall’elenco dei vari casi che avrebbero potuto essere sottomessi al Re per le sue sovrane decisioni circa la concessione di medaglie:

[1]Salata: “Carlo Alberto inedito”. – Mondadori, 1932. Pag. 304.

[2]Salata, op. cit., pag. 272.

[3]Archivio di Stato di Torino: Verbali dei Consigli di conferenza, mazzo 4, vol. I