Allego la comunicazione che il Presidente Nazionale di Assoarma ha inviato al Presidente della Commissione Difesa del Senato in merito al decreto in oggetto:
Nel dicembre 2014, centenario dell’inizio della Grande Guerra, in occasione dell’incontro di fine anno con le più alte Autorità politiche, militari e civili dall’Amministrazione della Difesa, ebbi l’opportunità di affermare quanto segue: “Fra i tanti modi di ricordare quell’evento che sconvolse i1 mondo è doveroso porre in risalto il nostro devoto riconoscimento verso quanti quella guerra combatterono con dedizione spinta fino all’estremo sacrificio. E questo a fronte del manifestarsi, da parte di autorevoli fonti, di affermazioni intese invece a valorizzare coloro che, per debolezza o codardia, tentarono di sottrarsi al proprio dovere di soldati e di cittadini. E’ giusto avere pietà per i più deboli e per i più sfortunati, ma non li si può certo porre fra i protagonisti della storia ed onorarli alla stessa stregua di quanti seppero tenacemente combattere fino alla vittoria”.
Mi riferivo al disegno di legge, allora in corso di approvazione alla Camera dei Deputati, che proponeva la riabilitazione di coloro che, per gravissimi reati o per la triste prassi della decimazione all’epoca in vigore, avevano subito la pena capitale con processi, talvolta anche sommari, nel corso del conflitto.
Il testo, approvato e inviato al Senato, dopo essere stato a lungo accantonato per i comprensibili dubbi che suscitava, è in questi giorni all’esame della Commissione Difesa (DdL 991).
In merito – nella certezza di interpretare i sentimenti degli oltre 700mi1a membri delle Associazioni d’Atma – sento il dovere di confermare quanto da me allora dichiarato e di rinnovare la pietà verso quegli sventurati che a distanza di cento e più anni possono essere ricordati con umana comprensione e forse anche meritare perdono (a meno che non si tratti di taluni gravi ed infamanti reati), ma respingo con fermezza che siano loro attribuite espressioni di onore”, come risulta dal testo della proposta in esame, e che vengano considerati come eroi, ponendoli sullo stesso piano, nel formalizzarne e divulgarne il ricordo, di quanti diedero la vita combattendo da soldati per la Patria.
Le Associazioni d’Arma, nella consapevolezza della sensibilità e del rispetto verso i più alti Valori della nostra storia che ispirano i membri del Parlamento, auspicano una formulazione equilibrata e dignitosa di quanto in corso di trattazione.
E questo anche per evitare che nelle giovani generazioni, alle quali questa legge dovrebbe essere dedicata, insorgano perplessità sui principi cui fare riferimento e sui comportamenti da tenere in occasione di scelte drammatiche che impongano grandi sacrifici.
Roma, 9 novembre 2020
Gen. C.A. (c.a.) Mario Buscemi