Socio d’Onore dell’Istituto dal 1954- Tessera n° 50
Motto: “Ad excelsa tendo”
Festa: 23 aprile – anniversario della conclusione dei combattimenti sul fronte greco (1941)
Sede: Belluno – Caserma “Salsa D’Angelo”
Mostrina: Fiamma a due punte di colore verde
STEMMA ARALDICO
1° e 3° quarto: con i colori di Albania, rosso e nero, su cui è l’elmo eroe nazionale (nel 1°) e con i colori della Grecia, azzurro e argento (nel 3°) è ricordata la gloria militare acquisita dagli alpini del 7° sul fronte greco-albanese nel corso del secondo conflitto mondiale.
2° quarto: il leone d’Etiopia, sulla banda d’azzurro simboleggia la partecipazione del reggimento alle operazioni in Africa Orientale nel 1935-36.
4° quarto: sullo smalto d’azzurro, simbolo di amor di patria e lealtà, i monti sono un chiaro riferimento alle cime alpine ove gli uomini del 7° si sono battuti con grande coraggio durante la guerra 1915-18.
ORIGINI E VICENDE ORGANICHE
In attuazione della legge 23 giugno 1887, si costituisce in Conegliano il 1°agosto successivo il 7° Reggimento Alpini con i Battaglioni «Feltre», «Pieve di Cadore» e «Gemona» ceduti dal 6° Reggimento. Il 9 maggio 1908 forma il Battaglione «Tolmezzo» che passa, l’anno successivo, unitamente al «Gemona» al costituendo 8° Reggimento. Il 1° ottobre 1910 dà vita al Battaglione «Belluno». Per le esigenze della prima guerra mondiale sono formati i Battaglioni «Val Cordevole», «M. Pelmo», «Val Cismon», «Pavione», «Val Piave», «Antelao» e «M. Marmolada», sciolti poi al termine del conflitto. Dal 1921 al 1926 il «Feltre» fa parte del 9° Reggimento. Nel gennaio del 1936 il 7° Alpini viene mobilitato e ne fanno parte i Battaglioni «Feltte», «Pieve di Teco», ceduto dal 1°, «Exilles» ricevuto dal 3° e VII Complementi. Il Reggimento è inquadrato nella Divisione Alpina «Pusteria». Smobilitato nell’aprile 1937, i Battaglioni «Pieve di Teco» ed «Exilles» tornano alle unità di appartenenza e rimane in Africa Orientale il Battaglione Complementi che nel frattempo ha preso il nome di «Uork Amba». Il 10 giugno 1940, il reggimento inserito nella Divisione Alpina «Pusteria» ha il seguente organico: comando; compagnia comando reggimentale; Battaglioni «Feltre», «Cadore» e «Belluno»; 7° Reparto Salmerie; 7ª Sezione Sanità; 624° Ospedale da campo. Sciolto il 12 settembre 1943; a seguito degli eventi determinati dall’armistizio
La graduale ricostituzione del 7° Reggimento Alpini ha inizio a Belluno il 1° luglio 1953 dapprima con il comando e la compagnia comando di reggimento, successivamente, dal 1° settembre, con l’inquadramento dei battaglioni “Pieve di Cadore” e “Belluno”. Il 31 ottobre 1955 si forma il B.A.R. “Cadore”, unità che dal 1° febbraio 1956 è ceduta per la formazione del 12° Centro Addestramento Reclute. Dal 1° giugno 1956 viene ricostituito anche il battaglione “Feltre”, per cambio di denominazione del battaglione “Pieve di Cadore”, tuttavia questi è nuovamente in vita dal l° ottobre successivo. Con la ristrutturazione dell’Esercito, il 21 agosto 1975, il battaglione “Belluno” si trasforma in B.A.R. “Belluno” quindi l’11 novembre dello stesso anno il 7° Reggimento Alpini viene sciolto ed i suoi battaglioni divengono autonomi. La Bandiera e le tradizioni del reggimento sono affidate al Battaglione Alpini “Feltre” che ha sede in Feltre (BL) ed appartiene alla Brigata Alpina “Cadore”. Dal 27 novembre al 20 dicembre 1980 il “Feltre” partecipa, in Irpinia, alle operazioni di soccorso a favore della popolazione colpita dal terremoto. Nell’ambito del riordinamento della Forza Armata il battaglione perde la propria autonomia il 21 agosto 1992 ed il giorno successivo è inquadrato nel 7° Reggimento Alpini che si ricostituisce in Feltre. Dall’ottobre 1992 al gennaio 1993, nell’estate del 1993 e dal luglio all’ottobre 1994 il reggimento prende parte all’operazione “Vespri Siciliani”, in concorso al mantenimento dell’ordine pubblico in Sicilia. Personale del 7° è presente in Piemonte nel novembre 1994 per prestare soccorso nelle zone alluvionate. La Brigata “Cadore” viene sciolta, ed il 1º febbraio 1997 il Reggimento passa alle dipendenze della brigata alpina “Julia”; attualmente viene alimentato solo da militari di leva volontaria.
Partecipa a diverse missioni di pace all’estero: ex Jugoslavia, Afghanistan. Nel 2005 il 7º viene trasferito in quella che era la sua sede storica, nella caserma “Salsa D’Angelo” di Belluno.
CAMPAGNE DI GUERRA E FATTI D’ARME
Eritrea (1887 – 88) (1895 – 97):
Alla prima spedizione partecipa la 69ª Compagnia, mentre nel 1895 il 7° fornisce 15 ufficiali e 533 uomini ai reparti da mobilitare.
Libia (1911 – 12)
Il Battaglione «Feltre» viene inviato in Libia nel settembre 1912 ad un mese dal termine delle ostilità; vi rimane ancora fino al 1914 partecipando alla lotta contro i ribelli. I suoi uomini si distinguono particolarmente il 23 marzo 1913 ad Assaba e meritano una medaglia d’argento al valor militare.
Prima Mondiale (1915 – 18):
1915: i battaglioni del 7° operano in Val Brenta, alla Forcella Lavaredo, nell’alta Val Cordevole, sulle Tofane, alla Forcella Cadin, nella zona della Marmolada e in Val Cismon.
1916: alcuni reparti concorrono a frenare l’offensiva austriaca del maggio, quindi in agosto il «Feltre» e il «Val Cismon» partecipano alla conquista del M. Cauriol, ove rimangono poi sino all’anno successivo. Gli altri battaglioni effettuano azioni di pattuglie ad attacchi locali nelle zone del Lavaredo, sul Cristallo, in Val Costeana, sulla Marmolada, in Val Sugana.
1917: i Battaglioni «Pieve di Cadore», «Belluno», «M. Antelao» e «M. Pelmo», trasferiti sull’Isonzo, prendono parte alla battaglia della Bainsizza. Da novembre a dicembre numerosi sono gli episodi in cui si distinguono i reparti del reggimento: il «M. Pavione» in Val Calcino e il «Marmolada» sul Tondarecar e a Castelgomberto meritano Ia medaglia d’argento; il «Val Cismon» sul Grappa e il «Feltre» in Val Calcino e al M. Valderoa guadagnano la medaglia di bronzo; inoltre il «M. Pavione», il «Val Cismon» e il «Feltre» sono citati sul bollettino di guerra n. 935.
1918: pur continuando la resistenza nella zona del Grappa gli alpini del reggimento sono impegnati nel corso dell’anno anche in Val d’Astico, in Val Posina, nel settore dell’Altissimo, nel sottosettore Zugna. Tutti i battaglioni partecipano alla battaglia di Vittorio Veneto e, lasciate le precedenti posizioni, inseguono l’avversario che si ritira.
Africa Orientale (1935 – 36)
Il comando di reggimento e il Battaglione «Feltre» giungono a Massaua nel gennaio 1936 e, portatisi verso l’interno, il 31 marzo prendono parte alla battaglia del Lago Ascianghi che si protrae sino al 3 aprile. Il VII Battaglione Complementi segue per alcune settimane il proprio reggimento, quindi opera distaccato e si distingue all’Amba Uork e al Passo Uarieu il 27 febbraio, ove merita una medaglia di bronzo al valor militare.
Seconda Mondiale (1940 – 45):
1940: il 7° prende parte alle operazioni al fronte alpino occidentale nel settore Maira – Po-Stura; portatosi in Val d’Abriès, con alcuni suoi reparti raggiunge la zona del Sommet de la Tour e il Col de la Vigne, dove sopraggiunge la notizia dell’armistizio. A fine novembre viene inviato in Albania e si porta nella Va1le dell’Osum, ad eccezione del Battaglione «Belluno» inviato in Val Zagorias ove rimane sino a marzo 1941. Il 6 dicembre il Battaglione «Feltre» viene attaccato nella zona di Coprensca ed i combattimenti si protraggono pe più giorni: cade l’8 dicembre il comandante del reggimento alla cui memoria viene concessa la massima ricompensa al valor militare. A fine mese, dopo un inevitabile ripiegamento, il 7° si schiera sulla linea Tege, Sirak, Osum alle pendici del M. Tomori ove si organizza a difesa.
1941: in marzo, nel corso dell’offensiva su Klisura, il «Pieve di Cadore» occupa il 9 Selanji e ne1lo stesso giorno il «Feltre» consegue favorevoli risultati nel suo settore. Alla ripresa dell’offensiva in aprile il 7° raccoglie a Fusheri e da qui prosegue l’avanzata raggiungendo il 22 Konitsa. I Battaglioni «Pieve di Cadore», «Belluno» e «Feltre» meritano ciascuno una medaglia d’argento. Nel giugno il reggimento si porta in Montenegro ove viene impiegato per il mantenimento dell’ordine pubblico e la lotta contro la guerriglia fino all’agosto 1942 allorché rimpatria.
1942: in novembre il 7° è trasferito in Francia e si disloca in Provenza svolgendo compiti di presidio.
1943: rimane in Provenza fino ai primi giorni del settembre, durante il rientro in Italia sopraggiunge l’armistizio ed il 12 si scioglie.
RICOMPENSE ALLA BANDIERA
AL VALOR MILITARE
Ordine Militare d’Italia – Decreto 5 giugno 1920.
“Nei duri cimenti della guerra, nella tormentata trincea o nell’aspra battaglia, conobbe ogni limite di sacrificio e di ardimento; audace e tenace, domò infaticabilmente i luoghi e le fortune, consacrando con sangue fecondo la romana virtù dei figli d’Italia (1915-18)” (All’Arma di Fanteria).
Ordine Militare d’Italia – Decreto 5 gennaio 1937
«Pari alla sua fama millenaria, espressione purissima delle alte virtù guerriere della stirpe, si prodigava eroica, generosa, tenace in tutte le battaglie, dando prezioso contributo di valore e di sangue alla vittoria (guerra italo-etiopica, 3 ottobre 1935 – 5 maggio 1936r93q ,.
Medaglia d’Argento – Decreto 21 dicembre 1913
«Per la splendida prova di valore data dal Battaglione “Feltre” nel combattimento del 23 marzo 1913 ad Assaba ». (Al Battaglione «Feltre»).
Medaglia d’Argento – Decreto 29 ottobre 1922
«Il Battaglione “Marmolada”, respingeva, disperdeva con tenacia sanguinosa, per ben sette volte, ingenti masse di baldanzosi nemici anelanti a traboccare in pianura (M. Tondarecar, 15 e 22 novembre 1917)». (Al Battaglione «Marmolada»).
Medaglia d’Argento – Decreto 5 giugno 1920
«Il Battaglione “Monte Pavione” con ferrea tenacia e con superbo valore, per tre giorni consecutivi resisteva all’impeto di una intera divisione nemica, saldamente tenendo con l’eroico sacrificio dei suoi alpini, le tormentate trincee che gli erano state affidate. Contrattaccando in ogni sera con manipoli di prodi, riusciva ad inchiodare l’invasore sulla linea che la Patria aveva additato per l’estrema resistenza (Val Calcino, 11 – 13 dicembre 1917)». (Al Battaglione «M. Pavione»).
Medaglia d’Argento – Decreto 5 marzo 1948
«Durante aspra prolungata battaglia contro preponderanti forze terrestri ed aeree, impegnato in successive critiche situazioni, si imponeva per elevato spirito guerriero tenendo testa, a costo di sanguinosi sacrifici, ad agguerrito avversario cui dava luminose prove di indomabile tenacia e valore (Africa Orientale, 9 febbraio – 27 marzo 1941)” (Al Battaglione «Uork Amba»)
Medaglia d’Argento – Decreto 31 dicembre 1947
«In ripetuti asprissimi combattimenti, di più giorni contro agguerrito nemico sempre superiore di forze e di mezzi, nonostante gravi perdite proprie e più forti perdite nemiche, rifulse in modo costante per strenua tenacia nella difesa, per audacia ed indomito valore nell’attacco, per spregiudicata temerarietà e celerità nell’inseguimento per la completa disfatta dell’esercito nemico, confermando così ancora una volta le elette virtù militari e guerriere della forte gente cadorina (fronte greco – albanese, 24 novembre 1940-23 aprile 1941)» (Al Battaglione «Pieve di Cadore»).
Medaglia d’Argento – Decreto 31 dicembre 1947
«Già decorato di due medaglie al valor militare, in cinque mesi di guerra italo – greca, in prolungate privazioni, in numerosi accaniti combattimenti di. ogni genere durati anche più giorni consecutivi, con gravissime perdite proprie e sempre più gravi perdite nemiche, rifulse costantemente per sovrumano spirito di sacrificio, indomito valore dell’attacco, per strenua resistenza nella difesa contro nemico sempre soverchiante di forze e di mezzi, confermando ancora una volta le sue elette tradizioni e virtù militari, di grande eroismo, di amore alla gloria, di dedizione assoluta al culto del dovere e della Patria (fronte greco – albanese, 24 novembre 1940 – 23 aprile 1941)» (Al Battaglione «Feltre»)
Medaglia d’Argento – Decreto 31 dicembre 1947
«Per cinque mesi consecutivi combatteva strenuamente una lotta impari e dura, per difficoltà di terreno e di clima contro un nemico ben agguerrito e più numeroso, imponendosi con il suo valore e con la sua tenacia. In un aspro combattimento, durato più giorni, nonostante le gravissime perdite subìte, teneva valorosamente testa all’avversario difendendo accanitamente una posizione assai contestata ed offrendo largo tributo di sangue (Shes i Mal, Val Zagorias, Bregianit, Golico, 27 novembre 1940 – 23 aprile 1941)». (A1 Battaglione «Belluno»).
Medaglia d’Argento – Decreto 31 dicembre 1947
“Impegnato in zona di alta montagna, in combattimenti aspri e continui, dava ovunque prova di mirabile ardimento, tenacia e superbo slancio conquistando importanti posizioni, infliggendo ai nemico gravissime perdite ed offrendo con fierezza largo tributo di sangue. Confermava, per tutta la durata della campagna, le gloriose tradizioni degli alpini d’Italia (fronte greco, 17 gennaio – 23 aprile 1941)» (Al Battaglione «Val Cismon»).
Medaglia di Bronzo – Decreto 18 maggio 1964
“Per il valore, 1a tenacia e la saldezza di cui dette prova il Battaglione “Val Cismon” opponendosi fieramente, sul massiccio de1 Grappa, all’avanzata di soverchianti forze nemiche (Monte Tomatico, Monte Solarolo, Monte Valderoa 14 novembre – 18 dicembre 1917)» (Al Battaglione «Val Cismon»).
Medaglia di Bronzo – Decreto 5 giugno 1920
«Per l’esemplare ardimento e la calda tenacia con cui il Battaglione «Feltre», facendo olocausto del fiore dei suoi alpini. si oppose, sul Gruppo, all’avanzata di soverchianti forze nemiche (Val Calcino, Monte Valderoa novembre – dicembre 1917)». (Al Battaglione «Feltre»).
Medaglia di Bronzo – Decreto 21 gennaio 1937
«Conquistava, e con tenacia manteneva importante posizione sul fianco di un’amba infrangendo ripetuti assalti di soverchianti forze Nemiche, mentre i suoi reparti di scalatori raggiungevano l’impervia cima dell’amba stessa, dopo una giornata di sforzi ammirevoli, in bella emulazione co un nucleo di CC.NN. e di Ascari (Amba Uork, 27 febbraio 1936)” (Al Battaglione Complementi)
AL VALOR CIVILE
Medaglia d’Oro – Decreto 18 maggio 1964
«Accorso con i suoi magnifici reparti, eredi di nobili tradizioni, sui luoghi colpiti dall’immane disastro del Vajont, il 7º Reggimento Alpini, tra insidie, ostacoli e innumerevoli difficoltà, ha dimostrato, nel soccorrere le popolazioni superstiti, altissimo senso del dovere, generoso sprezzo del pericolo e mirabile spirito di fraterna solidarietà, onorando l’Esercito e benemeritando dalla Nazione. Disastro del Vajont, ottobre 1963» – 18 maggio 1964