CITTA’ DI BOVES (CN)- M.O.V.M.

  

SOCIO D’ONORE DELL’ISTITUTO DAL 1964 – TESSERA N° 114

Boves è il simbolo della prima strage tedesca in Italia dopo l’armistizio: il 19 settembre 1943 sono 24 i morti lasciati sul terreno dalla rappresaglia della divisione SS tedesca Leibstandarte “Adolf Hitler” e 350 le case bruciate. Un secondo eccidio avviene durante il rastrellamento per debellare gli attivissimi partigiani “colpisti” della zona tra il 31 dicembre 1943 e il 3 gennaio 1944: un’altra volta il paese bruciato e 59 vittime tra civili e partigiani.
La Resistenza sarà poi condotta – a partire dall’estate 1944 – da una brigata garibaldina (la 177a) e da una gielle, la Brigata “Bisalta” portando Boves ad una elevatissima partecipazione della sua popolazione alla guerra di liberazione e, naturalmente, ad altri lutti. Per i non invidiabili primati nel numero delle vittime e nelle distruzioni la cittadina sarà insignita prima della medaglia d’oro al valor civile (consegnata nel 1961) e, poi, della medaglia d’oro al valor militare (consegnata nel 1963). Oggi queste memorie sono conservate sul territorio bovesano e della sua valle Colla, sparsi di lapidi e di monumenti, nonché sotto il porticato del municipio, ove sono custoditi lunghi elenchi di morti, le motivazioni delle medaglie d’oro assegnate al paese, la topografia delle morti e delle distruzioni durante le due rappresaglie.

Medaglia d’Oro al Valor Militare

«Martoriata dalla ferocia teutonica, la città di Boves, culla della Resistenza armata piemontese, il 19 settembre 1943, con il primo sacrificio di 45 cittadini trucidati e 350 case incendiate, aggiungeva una pagina di gloria alle glorie d’Italia. Il nemico, forte di tracotanza e d’armi, continuava ad infierire, senza però riuscire a piegare lo spirito, sempre invitto ed indomito, della sua popolazione, come nelle quattro gloriose giornate del gennaio 1944, durante le quali venivano incendiate altre 500 case e cadevano combattendo 157 cittadini partigiani, perché libera sopravvivesse la Patria. Il martirio attingeva la vetta, con l’ultimo sacrificio di 9 suoi figli barbaramente massacrati dal nemico sconfitto ed in ritirata, il giorno successivo al termine delle ostilità. Epico esempio d’eroismo e d’olocausto, monito alle generazioni future.»  Boves, 8 settembre 1943 – 26 aprile 1945

Medaglia d’Oro al Valor Civile

«Sopportava con eroico comportamento e stoico coraggio, per ben due volte, la rappresaglia crudele del nemico invasore, subendo la distruzione di numerose abitazioni e sacrificando la vita di molti suoi figli all’ideale patriottico.» Boves, 1940-1945