SOCIO D’ONORE DELL’ISTITUTO DAL 1953 – TESSERA N° 40
Motto: “O là…. o rompi”.
Festa: 24 maggio – anniversario dei combattimenti di Pal Piccolo, Pal Grande, Freikofel (1915).
Sede: Venzone (UD) – Caserma “Feruglio”
Mostrina: fiamma a due punte di colore verde.
STEMMA ARALDICO
Lo scudo pieno è interamente dedicato alla gloria militare del reggimento attraverso lo smalto d’azzurro colore simbolo della nobilità dello slancio, delle virtù e del valore.
La catena dei monti sottolinea la roccaforte di difesa rappresentata dal reparto stesso e la stella d’oro raggiante esalta maggiormente il valore militare dell’8°.
Il capo d’oro simboleggia le due M.O.V.M. concesse per il comportamento sui fronti greco e russo, nel corso del secondo conflitto mondiale, come evidenziato nel quartier franco dai colori della Grecia (azzurro e argento) e dal tridente d’Ucraina.
ORIGINI E VICENDE ORGANICHE
In esecuzione del R. Decreto 15 luglio 1909, il 1° ottobre dello stesso anno, in Udine, si forma l’8° Reggimento Alpini con i battaglioni “Tolmezzo” e “Gemona” ceduti dal 7° Alpini e “Cividale” di nuova costituzione. Entra con i reggimenti 6° e 7° nel III Gruppo Alpini, unità questa che dal 9 agosto 1910 diviene III Brigata Alpina (soppressa poi nell’aprile 1916). Per la guerra 1915-18 il reggimento costituisce i battaglioni “Monte Arvenis”, “Canin”, “Matajaur”, e “Val Tagliamento”, “Fella”, “Natisone”; il 27 maggio 1917 si forma a Ravascletto il battaglione “Monte Nero” con elementi dei disciolti IX e XII battaglione sciatori. A fine dicembre 1917 risultano disciolti i battaglioni “Gemona”, “Val Fella”, “Monte Canin e “Monte Nero”, poi terminato il conflitto a fine del 1919, rimangono in vita solamente i battaglioni “Tolmezzo”, “Cividale” e “Gemona” (ricostituito il 1° settembre 1919).
Con l’ordinamento del 1921 l’8° Alpini (ceduto il battaglione “Cividale” per la formazione del 9° Reggimento Alpini, sostituito dal battaglione “Verona” proveniente dal 6° è inquadrato nella 3ª Divisione Alpina della quale fanno parte anche il 7° e il 9° Alpini e il 2° Artiglieria da montagna. Nel 1923 il comando divisione viene sostituito da un Comando di Raggruppamento Alpini il quale con l’ordinamento del 1926, cambia denominazione in Comando di Brigata Alpina. L’8° Reggimento Alpini, con i battaglioni “Tolmezzo”, “Gemona” e “Cividale” (rientrato dal 9° reggimento in sostituzione del “Verona” tornato al 6° appartiene alla III Brigata Alpina assieme al 9° Alpini ed al 3° Artiglieria da montagna. Un nuovo ordinamento nel 1934 apporta ulteriori modifiche al Corpo degli Alpini e l’8° Reggimento assieme al 7° e al 9° ed al 3° Artiglieria Alpina forma la III Brigata Alpina (Comando Superiore Alpino “Julia”) che solo un anno dopo è trasformata in Comando Divisione Alpina “Julia”.
Nell’aprile del 1939 il reggimento è inviato in Albania nella zona nord-orientale ove si trova ancora all’inizio della seconda guerra mondiale; sempre nel 1939, sono costituiti e mobilitati dal 2 settembre i battaglioni “Val Fella”, “Val Tagliamento” e “Val Natisone” che formano il 1° Gruppo Alpini Valle.
Il 10 giugno 1940 l’8° Alpini con i battaglioni “Gemona”, “Tolmezzo” e ”Cividale” è sempre inquadrato nella Divisione Alpina “Julia” (3ª) e con tale grande unità prende parte al conflitto prima in Albania e successivamente in Russia. Rimpatriato dal fronte russo nella primavera del 1943, dopo aver subito gravissime perdite. l’8° Alpini è in fase di organizzazione allorché sopraggiunge l’armistizio ed è sciolto il 13 settembre 1943 nei pressi di Udine.
Il 1° 1946 si forma un reggimento alpini con i battaglioni “Feltre” (già 516° battaglione guardie), “Tolmezzo” (già 517° battaglione guardie) e “L’Aquila”” (proveniente dal Reggimento Fanteria Speciale “Legnano”); inizialmente contraddistinta dal numerico 5°, in quanto costituita nell’ambito del V C.M.T. la nuova unità formata a Padova, dal 15 aprile 1946 assume la denominazione di 8° Reggimento Alpini e dopo pochi giorni prende sede a Belluno. Il 1° gennaio 1948 ha vita in Treviso un Battaglione Addestramento Reclute trasferito poi, il 30 aprile 1949 al costituendo C.A.R. Alpini di Trento; dal 1° maggio 1951 il battaglione torna alle dipendenze dell’8° reggimento ma è trasferito definitivamente il 1° agosto successivo al V C.M.T. Il Battaglione “Cividale” è ricostituito il 20 agosto 1948 ed il battaglione “Feltre” assume la denominazione di “Gemona” dal 1° giugno 1956. Il 1° novembre 1962 giunge dal 4° Alpini il battaglione “Mondovì” che prende sede a Paluzza mantenendo il reclutamento piemontese; contratto a quadro il 31 dicembre 1974, questo battaglione viene soppresso il 1° giugno 1975.
Con la ristrutturazione dell’Esercito, il 30 settembre 1975, 1’8° alpini viene sciolto ed i suoi battaglioni divengono autonomi. La Bandiera e le tradizioni del reggimento sono affidate al Battaglione Alpini “Gemona”, che ha sede in Tarvisio ed appartiene alla Brigata alpina “Julia”. Nell’ambito del riordinamento della Forza Armata il battaglione perde la propria autonomia il 7 agosto 1992 ed il giorno successivo è inquadrato nell’8° Reggimento Alpini che si ricostituisce in Tarvisio. Dal 10 agosto al 20 settembre 1992 reparti del reggimento sono inviati in Sicilia nel quadro dell’operazione “Vespri Siciliani”: una compagnia in rinforzo al battaglione alpini “Tolmezzo” nella zona di Palermo ed una compagnia in provincia di Siracusa. Successivamente, dal 1° dicembre 1992 al l0 gennaio 1993 tutto il reggimento è interessato alla stessa esigenza, in rinforzo alla brigata “Cadore”. Dal novembre 1993 all’aprile 1.994 reparti del reggimento partecipano all’operazione “Albatros” in Mozambico e dal 12 novembre 1994 al 15 gennaio 1995 l’8° opera in Calabria, in concorso al controllo del territorio, nell’ambito dell’operazione “Riace”.
Oggi l’8º Reggimento alpini è formato da volontari, in ferma breve, prolungata ed in servizio permanente, provenienti da tutta Italia e fa parte della Brigata alpina “Julia”. Il Reggimento è dislocato a Venzone (UD) presso la caserma Feruglio. A seguito del processo di rinnovamento e riorganizzazione voluto per il settore Difesa, anche l’8º Rgt. alpini non ne è rimasto immune: i Battaglioni “Cividale e Gemona” sono stati sciolti e ad oggi rimane operativo il solo battaglione “Tolmezzo”, le singole Compagnie rimaste in vita, tuttavia, mantengono vive le tradizioni dei disciolti Battaglioni d’origine.
CAMPAGNE DI GUERRA E FATTI D’ARME
Libia (1911-12)
Vi prende parte dal settembre 1912 il Battaglione “Tolmezzo” che l’8 ottobre combatte a Bu Msafer nei pressi di Derna. Successivamente con il comando dell’8° si forma il Reggimento Alpini Speciale del quale il 20 marzo 1913 a Tebedut e tre giorni dopo ad Assaba; spostatosi in Cirenaica si scontra ancora con i ribelli il 18 giugno ad Ettangi ed ancora in luglio a Tobruk, in agosto a Merg e in settembre a Tecniz.
Al “Tolmezzo” sono concesse due medaglie d’argento al valor militare per i fatti d’arme di Tebedut, Assaba ed Ettangi.
Il Battaglione «Mondovì» combatte il 1° dicembre 1911 a Homs, nel febbraio 1912 a Mergheb e l’8 luglio a El Ghiran. Nell’ottobre 1913 rimpatria.
Prima Mondiale (1915-1918)
- 1915: i battaglioni dell’8° sono dislocati nel settore alto But, in Val Dogna e sul M. Jeza; all’inizio delle ostilità violenti scontri avvengono sul M. Pal Piccolo, M. Pal Grande e sul M. Freikofel ove operano il «Tolmezzo» e il «Val Tagliamento»: fino alla metà di giugno le quote di questi monti vengono conquistate e poi perdute in un susseguirsi di attacchi portati da entrambi i contendenti. In Val Dogna il «Gemona» e il «Val Fella» si battono per la conquista di alcune quote di importanza strategica con arditi colpi di mano; vengono anche respinti numerosi attacchi nemici. Da giugno a settembre il Battaglione «Cividale» combatte a M. Jeza, sullo Sleme, sul M. Rosso e in dicembre è sul M. Nero. Il Battaglione «Mondovì» è in Val Fella e svolge attività di pattuglia; concorre poi alle operazioni nella conca di Plezzo, sul Rombon e sul Kukla.
- 1916: il settore alto But e Val Dogna continuano ad essere presidiati per tutto l’anno dai battaglioni dell’8° che vi svolgono azioni dimostrative ed attacchi settoriali. Il «Cividale» respinto in aprile un attacco austriaco sul Mrzli, è spostato sull’Altopiano dei Sette Comuni e dal 16 maggio è in linea a M. Torano prima e M. Cimone poi ove sostiene un attacco nemico corpo a corpo; merita la medaglia di bronzo al valor militare. Anche il «Val Natisone» concorre ad arrestare l’offensiva austriaca sugli Altipiani e per il contegno tenuto dai suoi uomini a Le Buse, M. Giove e M. Chiesa ottiene una medaglia di bronzo al valor militare. Il Battaglione «Mondovì» rimane tutto l’anno nelle posizioni dell’alto Fella.
- 1917: fino a novembre l’8° rimane sulle posizioni dell’anno precedente con il «Val Tagliamento», il «Val Natisone», il «M. Arvenis» e il «Matajur» sull’Alpe di Fassa. Dopo il ripiegamento i battaglioni si schierano nella zona del Grappa, a Col della Berretta, sul M. Solarolo; a Col Caprile, sullo Spinoncia. Il «Cividale» e il «M. Arvenis» vengono citati sul bollettino di guerra n. 935 per la resistenza opposta sul M. Solarolo. Il Battaglione «Mondovì» in marzo si porta sull’Altopiano dei Sette Comuni ed in giugno partecipa alla battaglia dell’Ortigara ove merita una medaglia d’argento al valor militare. Dopo aver presidiato da agosto ad ottobre un tratto del settore Posina è trasferito nell’Alto Isonzo a Jama Planina, dove il 24 ottobre subisce l’attacco austro-tedesco; ripiega quindi su M. Stol, Subit, M. S. Giacomo e raggiunge le retrovie per riordinarsi.
- 1918: sciolti gran parte dei battaglioni per eventi bellici, l’8° opera con il «Cividale» e il «M. Arvenis» da gennaio a marzo sul M. Solarolo, successivamente con il «Tolmezzo» e «Cividale» sul M. Tonale e sul Grappa e con il «M. Arvenis» nella zona di M. Sogli Bianchi; quest’ultimo battaglione il 4 novembre raggiunge Mezzacorona. Il Battaglione «Mondovì» fino a marzo è in Valtellina poi opera in Valfurva ed a fine ottobre è sul Piave.
Seconda Mondiale (1940-1945)
- 1940: il 28 ottobre l’8° è sul fronte greco nel settore del Pindo e, dopo sei giorni di ininterrotte operazioni, i suoi reparti raggiungono Bryaza e Vovusa dove vengono arrestati dalle forze greche. L’8 novembre inizia il ripiegamento per il successivo concentramento dei battaglioni su Konitsa. Il 23 novembre il reggimento è schierato tra Frasheri e il fiume Osum e su queste posizioni sostiene nuovi cruenti scontri fino al 2 dicembre allorché effettua un arretramento e si porta lungo il fiume Ambum. Il Battaglione «Mondovì» è al fronte occidentale ed opera nel settore Maira – Po – Stura giungendo fino nella valle dell’Ubaye. In dicembre è trasferito in Albania e si schiera fra il Bregu i Math e il Breshenit. Il Battaglione «L’Aquila» prende parte alle operazioni sul fronte greco – albanese e combatte nel settore del Pindo quindi a Ponte Perati, Qarista-e -Fratarit, a Kovacishta.
- 1941: dopo aver combattuto sul Mali Taronine, l’8° è costretto ad un ulteriore ripiegamento quindi, a causa delle notevoli perdite subite, deve essere riordinato. Il 28 febbraio, nel corso della battaglia di Tepeleni, il reggimento è sulla sinistra della Vojussa, alle pendici del Golico occupato dai greci. Il 7 marzo il nemico attacca particolarmente nel settore del «Gemona» e del «Cividale», e la lotta si protrae anche nei giorni seguenti ma il 14 i greci, visto vano ogni tentativo, desistono dall’azione. Cominciata il 14 aprile una nuova offensiva l’8° inizia il movimento, il 22 giunge a Episcopi, il4 a Kaldirini. Al reggimento vengono concesse una medaglia d’oro e due medaglie d’argento al valor militare. Il Battaglione «Mondovì» rimane nelle posizioni del Bregu i Math fino ai primi di aprile allorché si sposta nel settore jugoslavo e partecipa il 10 al combattimento di Dibra ove entra due giorni dopo. Il Battaglione «L’Aquila» è impegnato dai primi mesi sullo Scindeli in posizione difensiva subendo pesanti perdite; in aprile concorre alla ripresa offensiva. Assieme ai Battaglione «Vicenza» merita la medaglia d’oro al valor militare.
- 1942: a fine marzo, in prossimità delle coste greche, viene affondato da un sommergibile inglese il piroscafo «Galilea» sul quale sono imbarcati il Battaglione «Gemona» e parte del Comando di reggimento che stanno rientrando in Patria. Pochi sono i superstiti ed il battaglione viene ricostituito con nuove forze. In settembre l’8° è in Russia. sul fronte del Don, con i Battaqlioni «Tolmezzo», «Gemona» e «Cividale», ed in dicembre è attaccato da forze avversarie notevolmente superiori. Anche il Battaglione «Mondovì» a settembre è sul fronte del Don ove subisce numerosi attacchi nemici. Il Battaglione «L’Aquila» giunge sul Don in settembre ed in dicembre costituisce il gruppo d’intervento della Julia e si porta nei dintorni di Komaroff ove prende posizione e fronteggia ripetuti attacchi russi che si protraggono sino a fine mese; gravi le perdite del battaglione.
- 1943: sganciatosi dal contatto frontale con i russi, l’8° “a metà gennaio ripiega su Popowka e dal 19 combatte per circa, trenta ore nei pressi di Nowo Postojalowka, dove subisce ingenti perdite di uomini e materiali nel tentativo di forzare il blocco dei carri avversari. Con l’intervento di altre unità i superstiti dell’8° si dirigono verso Postojalyi, proseguono poi su Nowo Charkowka ed il 22 giungono a Nowo Georgiewski dove subiscono un nuovo attacco da parte di preponderanti forze avversarie. Solo pochi uomini del reggimento riescono a portarsi in salvo. Una seconda medaglia d’oro premia il comportamento degli alpini dell’8°. Il 17 gennaio il Battaglione “Mondovì” inizia il ripiegamento e dopo due giorni è a Popowka, raggiunge poi Nowo Postoialowka ove è attaccato da forze corazzate russe. Prosegue su Postojalyi, Nowo Dimitrowka, Valuiki superando continui agguati e le insidie del clima; in quest’ultima località si conclude la campagna del “Mondovì” in Russia. A 1° Reggimento Alpini col quale ha operato il battaglione viene concessa la medaglia d’oro a1 valor militare.Il Battaglione “L’Aquila” assieme al 9° Alpini si sgancia dai contatto con il nemico a metà gennaio e ripiega combattendo su Popowka e Kopanki dove in un ennesimo scontro con i russi perde quasi tutti gli effettivi’. Una seconda medaglia d’oro viene conferita al 9° Reggimento per il comportamento dei suoi battaglioni.
- 1945: un nuovo Battaglione «L’Aquila», inquadrato nel Reggimento Fanteria Speciale prende parte alla guerra di liberazione con il gruppo di Combattimento «Legnano»; opera dal 23 marzo in Valle Idice e in aprile avanza su Bologna ove giunge il 21; raggiunge successivamente Bergamo e suoi reparti si spingono fino ai confini settentrionali d’Italia.
RICOMPENSE ALLA BANDIERA
Al Valor Militare
Ordine Militare d’Italia – Decreto 5 giugno 1920.
“Nei duri cimenti della guerra, nella tormentata trincea o nell’aspra battaglia conobbe ogni limite di sacrificio e di ardimento; audace e tenace, domò infaticabilmente i luoghi e le fortune, consacrando con sangue fecondo la romana virtù dei figli d’Italia (1915-18)” (All’Arma di Fanteria).
Medaglia d’Oro – Decreto 30 gennaio 1948.
“Per la superba condotta dei battaglioni “Tolmezzo”, “Cividale”, “Gemona”, durante la guerra italo-greca; irruenti nell’attacco calcarono vittoriosamente le giogaie del Pindo, tenacissimi nella difesa, scrissero pagine di gloria e di sangue sulla dorsale del Mali, sullo Scindeli e sul Golico, sbarrando col sacrificio la strada alle soverchianti forze nemiche. Granitici e fieri alpini, furono sui monti di Grecia e di Albania ben degni dell’eroico e vittorioso loro passato di guerra” (Fronte Greco – Pindo – Mali Scindeli – Golico, 28 ottobre 1940 – 23 aprile 1941)
Medaglia d’Oro – Decreto 3l dicembre 1947.
“Fedele ad una superba tradizione di gloria, coi suoi granitici battaglioni “Tolmezzo” “Gemona” “Cividale” e 41ª Compagnia Controcarro, respingeva con gagliardo impeto reiterati violenti attacchi. Destinato successivamente in altro settore per sbarrare al nemico la via del successo, per oltre trenta giorni, nell’aperta e ghiacciata steppa russa, resisteva con incrollabile tenacia alla diuturna formidabile pressione del nemico grandemente superiore per numero e mezzi, lo inchiodava sul terreno, lo contrattaccava con aggressiva violenza, gli infliggeva gravissime perdite, dando prova di sublime eroismo ed immolandosi per l’onore della Patria. Avuto ordine di ripiegare, i superstiti, con aspri combattimenti, riuscivano ad aprirsi il varco attraverso l’accerchiamento nemico confermando ancora una volta le leggendarie virtù degli Alpini d’Italia” (Fronte russo, 15 settembre 1942 – 1° febbraio 1943)
Medaglia d’Argento – Decreto 29 ottobre 1922.
“Per il fulgido valore e la granitica tenacia dimostrata in circostanze difficili, su cime impervie ed in mezzo ad inenarrabili sacrifici, dai battaglioni “Fella”, “Gemona” e “Canin” riaffermanti ognora le virtù guerriere della forte gente friulana” (Carnia, 24 maggio 1915; 6 novembre 1917).
Al Valore dell’Esercito
Medaglia di Bronzo – Decreto 2 dicembre 1977.
“Il reparto interveniva immediatamente, con tutto il personale disponibile, in soccorso delle popolazioni degli abitati della Val Fella maggiormente colpiti da1 sisma del 6 maggio 1976. Operando in condizioni di estrema difficoltà e a rischio della propria incolumità, il personale si è prodigato nel recupero dei feriti e dei sepolti dalle macerie e nella ricerca dei dispersi. Successivamente, e per lungo periodo, ha concorso a fornire completa assistenza materiale alle operazioni dei Comuni di Gemona, Montenars e Venzone, completamente distrutti, organizzando tendopoli e provvedendo al vettovagliamento degli scampati. L’opera svolta, che ha riscosso l’ammirazione e la riconoscenza delle Autorità e della popolazione, ha concretamente contribuito a limitare i danni della grave sciagura ed a rafforzare il prestigio dell’Esercito” (Alto e medio Friuli, 6 maggio – 15 giugno 1976) (Al Battaglione Alpini “Gemona”.