CONTE ALFREDO
Tenente cpl. Fanteria (bersaglieri), XXVIII battaglione coloniale.
Conseguito il diploma di capitano di lungo corso nell’Istituto nautico di Bari, entrava nella scuola allievi ufficiali di complemento di Milano il 20 genn. 1930 e nel luglio dell’anno dopo era promosso sottotenente, assegnato al 9° bersaglieri. Congedato nel febbraio 1931, veniva assunto dalla Società di Navigazione “Puglia” prestandovi servizio come ufficiale di bordo fino al luglio 1935, quando, a domanda, veniva richiamato in servizio. Frequentato un corso di addestramento nella Scuola Centrale di fanteria a Civitavecchia, partiva per I’A.O., destinato al R.C.T.C. dell’Eritrea il 12 sett. Nell’aprile 1936 era promosso tenente a scelta ordinaria con anzianità luglio 1935.
“Volontario fra i primi di questa nostra gloriosa campagna d’Africa, volle ed ottenne di essere assegnato a reparto indigeno e in ogni impresa guerriera non ambì che posti di avanguardia; ardito tra gli arditi. Contratta in servizio grave malattia, non fu pago se non quando poté ottenere di rientrare, ancora convalescente, al proprio reparto, che plasmato da lui del suo stesso entusiasmo, si accingeva a partire per una, nuova azione operativa. Dopo essersi distinto in vari scontri in aspro combattimento di avanguardia, superava in slancio e in ardire i propri uomini, trascinandoli in furioso attacco contro nemico appostato in terreno insidiosissimo. Avuto il braccio destro stroncato da gravissima ferita, continuava a partecipare all’assalto, lanciando con la sinistra bombe a mano sugli appostamenti avversari e contribuendo a snidare da essi il nemico dieci volte superiore. Colpito in pieno petto, cadeva incitando i propri ascari a continuare la lotta e prima. di spirare, esprimeva al medico che lo assisteva l’orgoglio di morire per la Patria e chiedeva al Duce che le proprie ossa fossero calate, con rito marinaro, in quell’Adriatico che aveva tante volte percorso quale capitano marittimo al comando di navi italiane.”- Algà’ Bosonté, 19 novembre 1937.
MARCHIANI IRMA
Partigiana combattente
Ricamatrice e modista si interessò anche di pittura, lasciando buone prove come ritrattista e miniaturista. L’8 sett. 1943 trovavasi nella zona del Frignano per motivi di salute, tuttavia partecipò alla lotta clandestina di resistenza nelle prime formazioni partigiane come staffetta ed informatrice, dai primi mesi del 1944. Dal maggio successivo entrò a far parte definitivamente della Brigata «Roveda» della Divisione «Modena». Le sue capacità di infermiera e di organizzatrice, nonché le sue eccezionali doti di combattente, le ottennero la nomina a vice comandante del battaglione «Matteotti» dove militò col nome di battaglia «Anty».
“Valorosa partigiana animata da grande ardimento, dopo essersi distinta per coraggio e sprezzo del pericolo nella battaglia di Montefiorino, veniva Catturata dal nemico nel generoso tentativo di far ricoverare in luogo di cura un compagno gravemente ferito. Condannata alla deportazione e risuscita audacemente ad evadere, riprendeva il suo post; di lotta e partecipava ai combattimenti di Benedello battendosi con indomito coraggio e prodigandosi nella amorosa assistenza ai feriti. Caduta nuovamente nelle mani del nemico, affrontava impavida la morte, offrendo fieramente il petto al piombo che troncava la sua balda esistenza.” – Pavullo nel Frignano, 26 novembre 1944.