LORIS BULGARELLI E FEDERICO COLINELLI – M.O.V.M. DI DICEMBRE

  

BULGARELLI LORIS

Capitano s.p.e. A.A., Pilota

Arruolatosi volontario in Aeronautica ne1 1928 ed ammesso quale allievo sergente pilota alla Scuola di Capua ottenne nello stesso anno il brevetto di pilota militare e nel 1929 la entrò per concorso all’’Accademia Aeronautica di Caserta e il 1° ott. 1934 fu promosso sottotenente pilota in s.p.e. Tenente nel marzo 1936, fu destinato all’Aeronautica dell’A.O. dove prestò servizio nella 16ª squadr. partecipando alla campagna etiopica ed alle successive operazioni di polizia coloniale. Rimpatriato nell’aprile 1938, pochi mesi dopo, in dic., partì per la Spagna dove nel 1939 ottenne la promozione a capitano Rientrato in Italia fu assegnato all’11° stormo da bombardamento. L’entrata in guerra dell’Italia nel giugno 1940 lo trovò al comando della 60ª squadriglia bombardamento veloce del 33° gr., nel1’Aeroporto di Comiso, in Sicilia.

Altre decorazioni: M.B. (Cielo di Axum, sett. 1936); M.B. (Cielo di Lalibela, sett. 1936); M.A. (Cielo dell’A.O., set. 1936-ott. 1937); M.A. (Cielo di Spagna, dic. 1938 – marzo 1939); M.A. (Cielo del Mediterraneo e Cirenaica, 11 giugno – 16 sett. 1940).

“Veterano d’Africa e di Spagna, comandante di squadriglia da bombardamento veloce, dall’alba del primo giorno di guerra, effettuava numerose azioni su obiettivi terrestri e navali nei cieli di Malta, del Mediterraneo Orientale e dell’Egitto, dimostrando sempre doti di perizia e di valore. Ripetutamente attaccato dalla caccia nemica, mai desisteva dal suo compito e contribuiva all’abbattimento di due assalitori. Alla testa dei suoi piloti, nelle giornate dell’offensiva inglese in Marmarica, si prodigava con magnifico slancio e con dedizione incomparabile anche in difesa dei combattenti di terra. Durante il bombardamento di un reparto corazzato che minacciava una nostra unità, assalito da sei caccia avversari, sosteneva eroicamente l’impari aspra lotta. Colpito a morte reclinava sui comandi la nobile fronte.” – Cielo del Mediterraneo e della Marmarica, giugno – 13 dicembre 1940.

COLINELLI FEDERICO

Sottotenente cpl., 9° rgt. alpini

Studente universitario a Trieste della facoltà di ingegneria, interruppe gli studi nel 1935 per arruolarsi volontario nel VI btg. mitr. CC.NN. in partenza per l’A.O. Rimpatriato dopo il conflitto etiopico, nel luglio 1936, e nominato sottotenente di cpl. venne assegnato al 9° rgt. alpini dal quale fu congedato nel genn. 1937. Richiamato nel genn. 1941, nell’agosto successivo partiva col rgt. per la Russia. Durante l’offensiva sovietica sul Don si distinse alla testa della 59ª compagnia del btg. “Vicenza” nei fatti d’arme del 24 e del 30 dic. 1942. Ricoverato all’ospedale di Rossoch in seguito alle gravi ferite riportate a Seleni Jar, e rimpatriato con treno ospedale veniva ricoverato nell’ospedale militare di Bologna, ove decedeva il 28 genn. 1943. Al fratello, disperso in combattimento sullo stesso fronte, fu conferita la M.A. al V.M. alla memoria.

“Già volontario di guerra in terra d’Africa, otteneva dopo insistenti richieste di essere inviato sul fronte russo. Comandante di compagnia, le infondeva tutto il suo giovanile entusiasmo e la sua ardente fede, facendone un vibrante strumento di guerra. Impegnato in aspro combattimento offensivo guidava con valore e perizia il reparto, trascinando i suoi alpini – galvanizzati dall’eroico esempio del loro comandante – fin sulle munite posizioni nemiche annientandone i difensori, numericamente superiori. ln successiva azione, attaccato da rilevanti forze corazzate nemiche seguite da fanterie, sprezzante di ogni pericolo, sempre presente ove più cruenta era la mischia, accettava l’impari lotta e, malgrado le gravissime perdite subite, riusciva a fermare l’ondata nemica attaccante contrassaltandola subito dopo alla testa degli eroici superstiti. Colpito mortalmente, e trasportato a forza ad un posto di medicazione, si preoccupava solo del proprio reparto e che la notizia della sua morte venisse celata al fratello, comandante di batteria alpina operante sullo stesso fronte, affinché potesse continuare sereno e preciso il suo tiro. Nella lunga e dolorosa agonia un solo pensiero: i suoi alpini; un solo desiderio: Ritornare in linea. Sublime esempio di fermezza, di fede, di eroica abnegazione.” – Fronte russo, Ovest di quota 205, 6, 24 dicembre 1942; Quadrivio di Seleni Jar, 30 dicembre 1942.